Furti e baby gang: due esercenti si uniscono per difendere le loro attività

I titolari di un bar e di un negozio di moda a Brescia hanno assunto guardie private dividendo le spese
Piazza Vittoria, zona dove si registrano spesso risse tra giovanissimi (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Piazza Vittoria, zona dove si registrano spesso risse tra giovanissimi (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Giovanni e Paolo (nomi di fantasia) sono vicini di negozio da trentadue anni. Hanno aperto le rispettive attività a pochi mesi di distanza, scegliendo lo stesso strategico luogo in città per iniziare il proprio lavoro da piccoli imprenditori. Giovanni gestisce un bar, Paolo ha un negozio di abbigliamento.

«Non ci siamo mai fatti concorrenza» ci scherzano su. Eppure, allora come oggi, sono sempre stati uniti dalla medesima visione di sviluppo della piccola media imprenditoria che ha fatto le fortune (anche) del Bresciano nel secolo scorso. Il mondo, però, è cambiato. E le difficoltà nel tempo sono aumentate: costi di gestione, ricerca di personale e poi la sicurezza.

«Una volta era la stagione dei furti, noi ne abbiamo subiti una decina negli anni. Oggi dobbiamo difenderci anche dagli atti vandalici». In oltre tre decenni Giovanni e Paolo raccontano di aver subito svariati colpi: spaccate, raid certosini, anche tentativi di rimozione degli infissi. «È dopo quel periodo che abbiamo deciso di ricorrere alla sorveglianza».

La scelta

Una scelta fatta in coppia, perché i costi non sono indifferenti. È stato possibile perché condividiamo orari di apertura simili. Abbiamo così potuto dividere e abbattere le spese, che affrontate singolarmente sarebbero state insostenibili». Con il mutuo soccorso, i due imprenditori si sono garantiti uno scudo protettivo ulteriore rispetto a quello fornito dalle forze dell’ordine. «Che, però, nonostante l’impegno non riescono a essere ovunque». Una scelta obbligata, insomma. Perché oltre alla paura dei furti i due esercenti hanno dovuto fare i conti con diffusi episodi di vandalismo e anche qualche rissa. Giovanni, ad esempio, in un paio di occasioni ha dovuto difendere sé stesso e il suo negozio da una rissa scoppiata tra giovanissimi davanti alla propria attività.

«Era un normalissimo venerdì sera e mi accingevo alla chiusura quando per qualche futile motivo due gruppi di adolescenti iniziano a litigare e si lanciano anche sedie e tavoli». A confermare il cambio di pelle degli episodi illegali è Paolo: «Ricordo che negli anni Novanta, come poi nei decenni precedenti, ci si preoccupava soprattutto delle bande criminali, oggi dobbiamo stare in guardia su questo perché i furti non finiscono mai, ma anche sulla spudoratezza dei giovanissimi e delle cosiddette baby gang». Lo sa bene, lui che prima del ricorso alla sorveglianza ha subito svariati danneggiamenti alla vetrina e alla porta di ingresso della sua boutique durante le ore di chiusura. «Noi siamo fortunati perché abbiamo potuto associarci per la nostra difesa, ma non tutti hanno la possibilità di farlo», dicono amareggiati. 

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