Van de Looi, Galazzi e non solo: adesso è il Brescia dei rigenerati

Se l’obiettivo è risalire la corrente, e il Brescia ha cominciato a farlo con un certo slancio, non si può pensare di abdicare dalla forza dell’unione: sembrerebbe una banalità, non può esserlo dopo tanti mesi complicati. Va però registrato un dato di fatto: in questo momento c’è un piccolo nucleo di giocatori che sta salendo alla ribalta. Van de Looi, Jallow, Bjarnason, Galazzi e Borrelli. Sono i maggiori beneficiari della cura Maran, prodotti di un processo di trasformazione così rapido da non sembrare reale.
Prendiamo Jallow: la traiettoria dei suoi ultimi mesi è stata frastagliata, interrotta in più punti dagli infortuni. Propagatisi dalla brutta distorsione al ginocchio dello scorso maggio, e poi da un recupero tutt’altro che lineare a scandire la sua estate. Si è fermato un’altra volta in stagione, proprio quando il motore sembrava pronto a ripartire. Ora si augura di essersi messo tutto alle spalle. «Ho dovuto lavorare sodo per tornare più forte di prima», ha detto dopo il gol alla Sampdoria. Non è la solita filastrocca che si sciorina in queste occasioni: domenica si è visto un giocatore tatticamente più a fuoco, guizzante negli uno contro uno e incisivo in zona gol. Le prospettive, con questo nuovo «abito» fanno venire l’acquolina. A patto che il fisico regga.
L’ariete
Condizione su cui poggia qualsiasi riflessione pure su Gennaro Borrelli. La gara con la Sampdoria è stata un piccolo campionario di quello che potrebbe essere – e in parte è già – questo giocatore: roccioso nei contrasti, abile nel gioco palla a terra, deciso sottoporta. In una stagione da gregario, lo scorso anno a Frosinone, chiuse con la miglior media realizzativa di tutti i giocatori che avessero raggranellato almeno 500’ in serie B. A Bolzano si è sbloccato, domenica si è ripetuto: a prenderci gusto si fa presto. Per più di due mesi era rimasto a secco, ma pure per lui gli intoppi fisici erano stati un elemento condizionante troppo forte perché non si riflettesse nelle prestazioni in campo. Oggi sta meglio, e si vede.
Il resto l’ha fatto Maran, affidandogli l’attacco senza una spalla: in rosa è forse l’unico in grado di svolgere quel lavoro con profitto.
L’aiuto
Con la Samp c’erano Galazzi e Bjarnason ad appoggiarlo. Il caso di Nicolas è probabilmente il più eclatante: nello scorso campionato ebbe il merito di brillare a intermittenza pure in mezzo alla tempesta, smarrendosi poi nei meandri del ruolo di quinto al quale l’aveva sacrificato Gastaldello. Che non gli si confacesse era già una realtà acclarata, le ultime due gare ne hanno dato la dimostrazione plastica: tre assist, tante belle giocate e una centralità nel gioco dalla quale s’abbevera per restare sempre elettrico. Bjarnason non si è mai ritrovato tanto ai margini, ma il torpore che l’aveva avvolto è evaporato in un amen: due gol nelle tre partite con Maran, per il «Vichingo». Anche nel suo caso, la cura sta avendo effetti taumaturgici.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
