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Titolare o panchinaro: per il Brescia Moreo è valore aggiunto

Sei presenze di cui una sola nell’undici iniziale, nobilitate da tre gol oltre a giocate spesso decisive
Stefano Moreo, classe 1993 - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Stefano Moreo, classe 1993 - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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223 minuti giocati, con cinque «subentri» e una sola partita disputata dall’inizio alla fine. Tre gol che significa uno ogni 74 minuti (è il capocannoniere biancazzurro) e una presenza che si fa sentire anche in termini di assist, palloni recuperati, rigori procurati. Il buongiorno di Stefano Moreo al Brescia si riassume così, dentro numeri che mostrano come l’ex Empoli sia un’arma in più per Pippo Inzaghi.

Che dall’attaccante sta sempre trovando il 100% in termini di resa e apporto alla squadra. Eppure... Eppure tutto era cominciato con un rigore sbagliato a Crotone, che sommato all’errore di Ndoj decretò a metà agosto l’eliminazione dalla Coppa Italia. Un inciampo al primo gradino insomma, per poi però prendere la scalinata di corsa. Perché nelle «sei giornate di Moreo», in campionato, il numero 9 ha fatto vedere buona parte del suo repertorio

Piedi buoni, gran colpo di testa, opportunismo, ottima protezione della palla, capacità di far rifiatare la squadra o portarla se necessario in profondità. Le doti che si accompagnano alla definizione di «attaccante completo». La prima giornata a Terni gli è servita come rodaggio e per avere una conferma dalla doppietta di Bajic: la sana concorrenza quest’anno non manca al Brescia. In campo dal 27’ della ripresa, ha di fatto aiutato la squadra a gestire il doppio vantaggio, regalando la sensazione di avere davanti un titolare aggiunto. Poi l’esordio in casa delle rondinelle contro il Cosenza: Moreo entra al 23’ per Tramoni e partecipa al pokerissimo biancazzurro, dando nobiltà con un colpo di testa ad un cross al bacio di Palacio. Già, l’argentino che sembra la sua spalla ideale, perché i due si intendono a meraviglia. Nella terza giornata ad Alessandria torna in panchina, ma inizia di fatto la staffetta tra lui e Bajic, che tranne a Frosinone vede i due darsi sempre il cambio al quarto d’ora della ripresa.

L’ingresso però incide per dare la svolta alla partita: pressione sulla trequarti offensiva, palla recuperata e cross da cui poi nasce l’1-2 di Jagiello. Al Rigamonti contro il Crotone entra al 15’ e otto minuti dopo confeziona di testa la rete del 2-0 e dell’illusoria vittoria. Ma ancora una volta la sua prestazione è ottima al di là del gol. Ecco perché, complice anche il turno infrasettimanale e gli impegni ravvicinati, a Frosinone parte titolare e resta in campo fino alla fine.

Per fortuna del Brescia e di Inzaghi, perché al 90’ trova di caparbietà il 2-2 e nel recupero subisce pure un fallo da rigore, che solo l’arbitro Dionisi non vede. Ma è lui, senza dubbio, il migliore in campo. Così oggi. Nonostante ciò senza fare una piega ad Ascoli si siede in panchina e quando viene chiamato in causa entra e si procura il penalty (stavolta concesso) del 3-2. Dopo aver protetto palla da attaccante di razza. Morale della favola: che sia titolare o meno, nel Brescia secondo in classifica c’è tanto di Stefano Moreo.

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