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Brescia, avanti piano nella casa «nemica»

Con la Ternana solo un punto: al gol di testa di Sorensen ha risposto Jagiello di piatto. Rondinelle comunque ancora seconde
Il piattone di Jagiello che è servito per centrare l’1-1 - Foto New Reporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il piattone di Jagiello che è servito per centrare l’1-1 - Foto New Reporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Sì, è stato un passo falso. Però no, alla fine il pareggio non è da disprezzare. E guai a chi butta via qualcosa in una stagione di serie B che definire equilibrata non basta più. Senza girarci intorno perché tanto non serve, è stata un’occasione persa perché il Pisa in testa ha frenato e perché il Lecce che ha due partite in meno può potenzialmente andare a prendersi la vetta e mandare il Brescia al terzo posto. Oppure, se la Cremonese oggi proprio contro il Lecce vince, va ad agganciare proprio la squadra di Inzaghi al secondo posto. Che intanto però, appunto, resta nelle mani di Bisoli e soci. E non è poca cosa e non si può fare finta che non conti. Un po’ bisogna sforzarsi per farsi andar bene il pareggio in sé - 1-1 in rimonta - contro la Ternana, ma a questo punto di una stagione così (vedi incipit) non si può non contestualizzare andandolo a valutare nell’insieme.

La razionalità non va persa di vista proprio ora: anche se ieri poteva e doveva essere la volta nuova per spazzare via la maledetta (ormai è cosa seria) sindrome da Rigamonti: 13 punti in 10 partite, quarta partita di fila senza vittoria. Però anche quarto risultato utile consecutivo. Prendiamo quello che c’è, anche se non mancano i motivi di rammarico.

Che portano a domandarsi: perché un approccio ancora una volta sbagliato? Timido, contratto. Perché una mancata veemente reazione dopo aver subito il gol dello svantaggio al 12’ (colpo di testa di Sorensen sugli sviluppi di un angolo e mancanze difensive del Brescia oltre a una fortuita deviazione di Sabelli ) e perché c’è stato bisogno dello spavento subìto dopo aver rischiato il doppio svantaggio (gol annullato via Var a Falletti per fallo di mano) per farsi scorrere sangue nelle vene?

Il cambio di rotta nel secondo tempo

Uno «scorrimento» che è servito al Brescia, nel suo momento peggiore, per trovare quello che poi sarebbe stato il gol del definitivo pareggio su «solito» schema: cross - stavolta da destra con Sabelli - colpo di testa da vero saltatore di Moreo e finalizzazione di piatto di Jagiello. Così il Brescia che nella prima frazione a tratti ha patito il palleggio e il fraseggio della Ternana, s’è rimesso provvidenzialmente in carreggiata trovando una sferzata d’energia e il coraggio di andare a giocarsi un secondo tempo (chiuso col 4-2-4: perché però solo 10’ per Tramoni?) molto diverso.

Col gioco (pur nella non linearità e organicità) finalmente in mano il Brescia le prove tutte per sfondare, ma non ci riesce. L’occasione più grande, al di là di una conclusione di Jagiello, con Bajic (entrato insieme a Palacio per provare a dare maggiori sbocchi a un attacco non ben sostenuto da Ayé e Moreo) il cui sinistro fa vacillare Iannarilli ed è decisivo Capuano sulla linea. Ce n’è abbastanza per imprecare, ma al 40’ c’è di che ringraziare qualche santo: traversa di Donnarumma. E forse a conti fatti (i numeri della partita dicono che le due squadre si sono equivalse) è stato giusto così. Ed è andata bene così (non si può inoltre dimenticare che ieri l’età media del Brescia era ancora più bassa del solito con Andreoli e Huard) anche se non è andata bene così e la delusione per l’ennesimo mancato salto di qualità resta.

Tuttavia, se quella di ieri era un’ultima prova generale per tirare le ultime conclusioni di mercato e scegliere le strade per far decollare il 4-3-1-2, è stata la prova che almeno dietro e in mezzo servono innesti di peso.

Un Rigamonti «desolante»

Non si può sorvolare sulla cornice offerta ieri dallo stadio Rigamonti. Semplicemente desolante. E il tema non è nemmeno quello relativo alle pochissime presenze (762 paganti + 2.834 abbonati che di certo non erano tutti presenti) bensì quello di un atteggiamento generale che ha lasciato perlomeno perplessi. Fischi e mugugni, mugugni e fischi a ogni pallone sbagliato e spazientimento assortito. Vero: dal Brescia in casa ci si aspetta molto di più da un punto di vista delle prestazioni e dei punti. Ma nel dare e avere (non si può solo pretendere) è lecito aspettarsi anche qualcosa in più e sostegno incondizionato almeno fino al 90’ per una squadra fino a prova contraria seconda in classifica e in zona promozione diretta - punto più punto meno - dall’inizio della stagione. O perlomeno non ci si aspettano più applausi (sacrosanti, ci mancherebbe) per un ex come Donnarumma che incoraggiamento per i «nostri». Un dispiacere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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