Assane e Quilleri: 56 anni di differenza, unite dalla velocità

La ragazza più veloce di Brescia e la veterana più veloce del mondo assieme, nella stessa squadra, divise – all’anagrafe – da oltre mezzo secolo di differenza, unite dall’identica passione, una esempio per l’altra, sotto la cura dello stesso allenatore. È quanto succede all’Atletica Lonato, società storica del nostro movimento, fondata nel 1978 da Andrea Avigo, che ha portato in Nazionale atleti del livello di Osvaldo Faustini, Claudia Bani e Maria Grazia Roberti. Nel solco della tradizione, il club si sta ripetendo con i figli dell’indimenticabile fondatore. Laura è la presidentessa e si occupa, a Capriolo, del settore giovanile. Stefano è impegnato con i mezzofondisti Master. Pierangelo segue gli assoluti a San Polo dove, assieme ai ragazzi del paese, si allenano anche molti atleti della città, diversi dei quali provenienti dal vicino quartiere di Sant’Eufemia e, più in generale, da una vasta area dell’hinterland che comprende anche Botticino.
La scoperta
Da lì arriva Carla Assane (15 anni), originaria della Costa d’Avorio e nata in Italia, che fino a tre anni fa neppure sapeva cosa fosse questo sport. «Mi piaceva la danza – racconta –. Poi, un giorno, a scuola, ci invitarono a partecipare al trofeo Ragazzo e ragazza più veloce di Brescia, organizzato dal comitato provinciale Fidal e io, senza alcun allenamento alle spalle, lo vinsi. Entusiasta, il mio insegnante di educazione fisica mi consigliò di darmi all’atletica, ma ci mise del tempo prima di convincermi».
Cambio di marcia
Dopo lo scioglimento della Brixia, suo primo club, il passaggio all’Atletica Lonato. «Lo ammetto, all’inizio non mi impegnavo come avrei dovuto perché vincevo facilmente le gare e pensavo che le mie doti naturali bastassero», confessa. Fondamentale il cambio di marcia impresso da Pierangelo Avigo. «Quando hai a che fare con i giovani – spiega l’allenatore –, prima di tutto devi essere uno psicologo, capirne l’indole e trasmettere i giusti stimoli. Carla ha presto compreso che il talento non basta e va affinato con la tecnica e l’allenamento».
Salto in lungo
Assane ha trovato un approdo naturale nel salto in lungo. In questa disciplina sa sfruttare al meglio la velocità, e quest’anno è arrivata a 5.49: solo quattro ragazze della sua età, in Italia, nel 2025, hanno fatto meglio. E comincia a guardare all’atletica come un impegno serio. Si allena tre volte alla settimana e quando è impegnata fino al pomeriggio a scuola (studia grafica), appena ha finito va direttamente al campo. «Prima guardavo ai successi, ora penso anche a migliorare i tempi – afferma –. Mi piacerebbe, da grande, dedicarmi all’atletica a tempo pieno. Per ora sono solo sogni».

Inossidabile
A volte si realizzano, come conferma l’incredibile storia di Fausta Quilleri. Alle soglie dei 72 anni, la master dell’Atletica Lonato sta vivendo una seconda giovinezza agonistica, quella che in un certo senso le fu negata dai genitori Sam e Agape, eroi della Resistenza bresciana. «Da piccola lo sport mi piaceva anche troppo – sospira oggi –, ma quando persi un anno al liceo mi proibirono categoricamente di praticarlo». Si è rifatta abbondantemente da adulta, sfidando ogni regola del tempo, perché più invecchia e più va veloce.
I successi
L’argento conquistato in Florida agli ultimi Mondiali indoor nei 200 (assieme all’oro nei 60) è stato accompagnato dal record personale (32’’70). «Vado sempre alla ricerca di nuovi obiettivi – racconta –. Con Avigo ho compreso che non bisogna mai porsi limiti e con i suoi metodi di lavoro non mi sono mai infortunata. Anzi, succede alle mie avversarie, quando cercano di starmi dietro». Il segreto di tanta longevità sportiva? «La costanza nell’allenamento. Ogni giorno, alle 16, lascio il mio studio di avvocato e non ci sono per nessuno. Nell’alimentazione sono una talebana, non sgarro mai, seguo i consigli della mia amica omeopata Elena Tonini. Mi è molto utile anche la meditazione». La vera energia le arriva dai giovani. «Vederne così tanti ad allenarsi, e non attaccati al telefonini come tanti loro coetanei, mi mette entusiasmo e mi fa essere ottimista per il futuro. Lo sport è salutare, lo dico sempre anche a quelli della mia generazione. L’età non la fa il tempo, ma è quella che tu decidi di avere con i tuoi comportamenti e il tuo stile di vita».
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