Atletica, Alberto Papa: da promessa degli anni ’70 a primatista Master

La vita può esaudire i tuoi desideri di bambino quando meno te le aspetti, anche mezzo secolo dopo. È quanto conferma la storia di Alberto Papa che nel mondo dell’atletica leggera prima di essere conosciuto come grande amico dell’olimpionico Marcel Jacobs – cui negli anni del Covid mise a disposizione per gli allenamenti la pista privata di Manerba lunga quasi 100 metri – è stato uno dei ragazzi prodigio degli anni settanta.
Ad appena 17 anni saltò nel lungo 7.72 e nessuno di quella età in Europa aveva ottenuto una simile misura. Tutti gli profetizzarono un grande futuro anche perché l’adolescente si applicava con impegno tanto da portarsi i libri da casa per studiare tra un allenamento e l’altro e gli 8 metri sembrarono il suo naturale approdo. Invece una serie incredibile di infortuni spezzò il sogno, senza interromperlo del tutto. Perché da Master – fra l’altro dopo uno stop di ben 22 anni – Papa non solo ha ottenuto il primato italiano degli ultrasessantenni (5,43) che resisteva dal 1985, ma lo ha ulteriormente migliorato con un 5.57 che secondo le tabelle Fidal equivale a 8,13 per gli atleti assoluti.
La rinascita
Papa deve molto della sua rinascita anche al lanciatore Aronne Romano, uno dei più noti divulgatori italiani della dieta a zona. «Ero abbondantemente fuori peso – sorride oggi Papa – e mi fermò giusto in tempo prima che spaccassi la bilancia». I due sono stati compagni di squadra da ragazzi nella Fiat Om e lo sono ancora nell’Atletica Virtus Castenedolo che agli ultimi campionati italiani indoor ha ottenuto il dodicesimo scudetto Master, un risultato di assoluto valore se si pensa che bisogna coprire tutte le specialità, se ne possono scartare solo due e per poter lottare al vertice è necessario avere almeno due atleti forti in ogni gara, perché nella classifica viene scelta la miglior prestazione il cui valore sale a seconda dell’età dell’atleta. Scorrendo i nomi dei protagonisti è come leggere le pagine più gloriose della nostra atletica perché a capo del gruppo c’è ancora l’ormai leggendario Erminio Rozzini – tra i fondatori del club nel 1969 – che formò un binomio di successo con il triplista ghedese Dario Badinelli condotto alla conquista di 17 titoli nazionali nel triplo e alla partecipazione ai Giochi Olimpici 1984. Il suo ex atleta continua a frequentare l’ambiente, segue gli allenamenti dei Master senza però prendervi parte per una sorta forse di comprensibile riluttanza a confrontarsi col passato. Problema invece superato dagli altri atleti come sottolineato dall’ex presidente Giulio Lombardi che da poco ha passato la mano: «L’esperienza conta ancora anche se le misure col passare dell’età ovviamente non sono le stesse. Il gesto tecnico, la capacità di saper gestire l’ansia e di saper trarre tesoro dagli allenamenti fanno sempre la differenza».
Grandi valori
Questa è anche una storia di autentiche resurrezioni perché grazie all’atletica leggera ha completamente cambiato la sua vita il salodiano Claudio Fausti, classe 1967 – altro punto di forza del club – che dopo un terribile incidente stradale per il quale finì in coma , andato in pensione anticipata nello sport ha ritrovato se stesso. Il suo 23”99 ottenuto nei 200 a 58 anni equivale a un 20”04 per gli assoluti e Fausti è tuttora uno dei velocisti più forti al mondo della sua età. Ai Mondiali del 2023 nella categoria M55 ha conquistato l’oro nei 200, nei 400 e nella staffetta 4 per 400. E c’è anche chi è tornato dopo aver preso un’altra strada, come l’ex martellista Giambattista Cabra, altro allievo nella Fiat Om dell’indimenticato professor Vittorio Bonetti. Trascinato dalla passione della figlia si è avvicinato alla pallavolo tanto da diventare presidente del Bresciavolley, portato di promozione in promozione sino alla B2 femminile. Dopo aver vinto anche lui un paio di titoli tricolori all’inizio del ciclo di 12 scudetti ora è tornato ad allenare i lanciatori. Perché è impossibile perdersi di vista dopo aver vissuto assieme una giovinezza all’insegna dei valori più sani. I ricordi del tempo ci restituiscono l’immagine di un’atletica viva e vitale animata anche da grandi rivalità e che ha cresciuto generazioni di ragazzi. Oggi sono diventati Master e vincono ancora.
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