«Senza impegno», tra prime volte e rapper

Il «livello incandescenza» dei partiti cittadini inizia ad essere anestetizzato dal turbinio delle campagne per Regionali e Politiche
Daniela Santanchè è intervenuta in difesa di Maione - © www.giornaledibrescia.it
Daniela Santanchè è intervenuta in difesa di Maione - © www.giornaledibrescia.it
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Tregua apparente, è il tempo di mettere a punto le strategie. Il «livello incandescenza» dei partiti cittadini inizia ad essere un po’ più anestetizzato dal turbinio delle campagne elettorali per Regionali e Politiche. Che se da un lato offrono l’occasione per spostare i riflettori pubblici dalla corsa per Palazzo Loggia, dall’altro stanno lasciando campo libero a consultazioni semi-istituzionali sperando restino avvolte nel mistero (spesso senza riuscirci).

I piccoli vertici (che dovrebbero essere) segreti sono non a caso rigorosamente convocati fuori dai palazzi e dalle sedi ufficiali e dentro i salotti di casa o nei retrobottega di bar e pizzerie (tipo rimpatriata tra amici, così si può sempre sostenere che «sì se ne è parlato del tale scenario, della tal delega, ma senza impegno»). Ad essere pizzicati qua e là in riunioni «senza impegno» sono stati, ad esempio, gli scontenti di Forza Italia: Giuseppe Romele e Giorgio Maione.

Basso profilo. Il contemporaneo mal di pancia tra Romele, Peroni e Maione ha portato i fedelissimi della base di Forza Italia a pensare al «modello influenza»: la si trasmette alle persone più vicine. Il dubbio è quindi che l’aut aut posto sulla Loggia dall’ex assessore al Sociale sia legato alle poltrone per le Regionali. A respingere questa lettura, confermando un aneddoto simpatico, è lo stesso Maione.

La «prova» che non esistono accordi sarebbe nei fatti avvenuti durante la riunione milanese che ha ridefinito le liste per il Pirellone. In quella sede, Daniela Santanchè (vicina a Romele), sbattendo i pugni sul tavolo come solo un leader sull’orlo di una crisi di nervi sa fare, avrebbe urlato «io ho un chiaro punto di riferimento politico in città, il consigliere e avvocato Marone» (no, non è un errore di battitura, ha detto proprio «Marone»). Tra gli sguardi imbarazzati, si è scelto poi il basso profilo, ma questa «gaffe» - secondo Maione - lo libera da ogni accusa.

Per quanto riguarda le sue prossime mosse e l’ipotesi di fondare «Movimento civico» saranno invece decisivi gli incontri dei prossimi giorni. Poi la resa dei conti arriverà col «rito abbreviato», a suon di slogan e video (e qualcuno immagina già lo stile competizione tra rapper). Restando nel panorama degli aspiranti sindaci, c’è però una novità: Carlo Fiori, il primo a candidarsi ufficialmente sotto il simbolo della civica Noi per Brescia, ha mantenuto il suo primato anche al contrario. Fiori ha scelto infatti di ritirarsi dalla corsa per la Loggia ancor prima che sia iniziata la campagna elettorale. Il motivo? Il sostegno, in chiave regionale, a Gori, perchè (come spiega in rete) il suo impegno partiva «dall’equidistanza dai partiti».

Il volto attuale della forza civica in Consiglio comunale è quello di Nini Ferrari, che non ha ancora sciolto il rebus: sfilerà sul Loggia carpet da aspirante al trono o da alleata al fianco di Paola Vilardi? Intanto, quel che è certo è che, nel dubbio, per le Regionali non darà alcuna indicazione di voto: non quella di sostenere FI (una novità, nei fatti) e neppure quella (più sottile) di non votare Lega. Tana libera tutti, quindi. Altra prima volta da tenere a mente.

 

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