Il sogno Usa di Alan Vergine: al college di Pittsburgh grazie al nuoto

Vincenzo Cito
Il 19enne, nuotatore del Gam Team, ha ricevuto e accettato l’offerta dell’università americana: starà lì per quattro anni
Alan Vergine - © www.giornaledibrescia.it
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L’Università di Pittsburgh ha voluto proprio lui e da qualche mese Alan Vergine, diciannovenne nuotatore della Gam Team, sta vivendo il sogno americano alternando gli allenamenti in piscina agli studi di Ingegneria informatica grazie a una borsa di studio che gli permetterà di restare lì per quattro anni. Negli Stati Uniti, si sa, non vanno molto per il sottile, guardano i risultati e scelgono i migliori.

E non poteva passare inosservata la medaglia d’oro colta nel 2024 dal ragazzo di Cortefranca nella 4x100 mista agli Europei Juniores di Vilnius, pur non avendo partecipato alla finale, ma contribuendo alla qualificazione con il tempo di 53’’83 nella sua frazione di delfino. Per Alan fu il primo grande riconoscimento internazionale di una carriera cominciata da bambino e proseguita con un’applicazione e una costanza che hanno già conquistato anche i suoi nuovi istruttori e insegnanti.

Alan Vergine durante un allenamento - © www.giornaledibrescia.it
Alan Vergine durante un allenamento - © www.giornaledibrescia.it

Giornata tipo

La sua giornata comincia alle 5.40 e ha ritmi molto serrati. «Non può essere diversamente – spiega –, perché devo raggiungere al più presto il centro natatorio che dista 800 metri dal college e la strada è un continuo saliscendi. Così, per guadagnare tempo, mangio velocemente un panino lungo il tragitto».

Dopo una breve riunione tecnica, alle 6.30 è già in acqua con gli altri atleti per un primo allenamento che dura un paio d’ore. Alle 8.30 c’è tempo per una vera colazione prima di andare ai corsi. «Il secondo training della giornata comincia dopo pranzo, nel primo pomeriggio, e spesso viene preceduto dalla preparazione in palestra». E quindi, dalle 16 alle 20, è tempo di studiare, prima di porre fine alla interminabile giornata.

Se gli chiedete quanto sia faticosa, Alan risponde con un sorriso.«Se una cosa ti piace non è mai stressante, quando mi allenavo in Italia la sveglia spesso suonava alle 4.30 perché riuscissi a conciliare gli allenamenti con gli studi. A volte era dura, specie quando mi alzavo d’inverno in piena notte e fuori c’era la nebbia. Ma quando sai che una cosa ti farà bene la affronti anche nelle condizioni peggiori». Parole che lo definiscono molto bene. «Anni fa, per ben due volte, ho dovuto lasciare temporaneamente il nuoto perché mi ero fratturato la mano. Bah, le giornate mi sembravano vuote. Anzi, per dirla tutta, mi annoiavo».

Progetti

Oggi, invece, Alan Vergine è felice. Anzi, addirittura raggiante. «Ho legato subito con l’ambiente, perché con tanti ragazzi divido sogni e responsabilità. Siamo qui per sfruttare al meglio l’opportunità che ci viene offerta, sia dal punto di vista sportivo, sia universitario».

Il suo carattere allegro e aperto gli hanno già fatto conquistare molti amici, anche se ogni tanto la nostalgia di casa si fa sentire. «La tecnologia aiuta, almeno una volta al giorno mi collego con l’Italia perché sono tante le persone che mi stanno a cuore. Devo molto a Giorgio Lamberti e Tanya Vannini che mi hanno cresciuto nel Gam Team e tengo a informarli dei miei miglioramenti tecnici, ma anche circa quello che faccio ogni giorno, perché per me sono come persone di famiglia».

Alan Vergine insieme ai suoi compagni di nuoto - © www.giornaledibrescia.it
Alan Vergine insieme ai suoi compagni di nuoto - © www.giornaledibrescia.it

Con mamma e papà il rapporto è speciale. «So che vedendomi contento lo sono anche loro, perché hanno sempre desiderato il mio bene. Il loro esempio per me è stato da guida, entrambi sono runner (facevano maratone) e presto mi hanno avviato allo sport. A dire il vero, all’inizio, mi piaceva molto il tennis. Poi mi consigliarono di imparare a nuotare. Mai avrei pensato che un giorno la piscina sarebbe diventata il mio mondo». A un giovane come Alan non c’è bisogno di fare tanti discorsi perché ha già ben chiaro il percorso che lo aspetta e non è il caso di sovraccaricarlo di responsabilità.

«Lo ammetto, sono molto ambizioso. Del resto, se non fosse così, mancherebbe la molla che ti spinge a fare sempre di più. Ma anche lo studio per me è molto importante e non so onestamente quale sia per me, in questo momento, il piano A e il piano B. Voglio coltivarli con lo stesso impegno, poi sarà la vita a indicarmi la strada da seguire».

Alan, per quanto molto maturo e responsabile, resta un diciannovenne che non rinuncia ai divertimenti tipici dell’età. «A Brescia sono sempre uscito con gli amici più cari, con l’accortezza di non fare troppo tardi se l’indomani mi aspettava un allenamento impegnativo o una gara. Basta organizzare bene il proprio tempo e usare la testa. Solo chi non ha niente da fare non trova mai il tempo di fare nulla».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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