Volley

Trionfo Consoli, Roberto Zambonardi: «Il meglio deve ancora venire»

Luca Prandini
Il successo in Coppa Italia può essere il trampolino di lancio per nuove sfide: «Presto ambiremo alla Superlega»
Il tecnico Roberto Zambonardi © www.giornaledibrescia.it
Il tecnico Roberto Zambonardi © www.giornaledibrescia.it
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Brescia, l’Atlantide, i Tucani, il volley, la famiglia Zambonardi. Centrifugato tutto insieme ne vien fuori che nell’albo d’oro della Coppa Italia di A2 maschile, alla riga dedicata alla stagione 23/24 si legge: Consoli Sferc Centrale Brescia. Dopo una cavalcata di un mese, eliminando Reggio Emilia, Siena e Porto Viro, domenica a Cuneo, nella finalissima che assegnava il trofeo, la squadra di Roberto Zambonardi ha travolto Ravenna per 3-0.

A Brescia, città e provincia, la pallavolo ha radici profonde e lontane. Tra maschile e femminile sin dalla nascita in Italia della «palla a volo» la provincia bresciana ha decine, se non centinaia, di storie da raccontare. Il movimento bresciano è tra i più ricchi d’Italia, con un numero sempre crescente di praticanti, e società dislocate praticamente in ogni paese. In un contesto tanto radicato, da oltre vent’anni si inserisce l’Atlantide Brescia.

Origini

La famiglia Zambonardi (Roberto e il padre Giuseppe) ha coltivato una passione che nel tempo ha regalato gioie, sogni, ambizioni. Partita dalle categorie regionali e cresciuta grazie a tantissimi ragazzi passati dal settore giovanile, il traguardo della serie A era un sogno. «L’Atlantide nasce dalla voglia di fare volley - ricorda Roberto Zambonardi -. Era un modo per coinvolgere tanti ragazzi e appassionarli ad uno sport meraviglioso. Non avevamo velleità di arrivare in serie A. Ma strada facendo abbiamo scoperto di poterci migliorare, puntando in alto, alzando l’asticella stagione dopo stagione».

Un cammino che nel 2014 portò addirittura al salto in A2. Una soddisfazione immensa, ma anche tante incertezze per quello che sarebbe stato il futuro: «Tutto vero - prosegue Zambonardi -. Però voglio sottolineare: gli obiettivi sportivi si raggiungono non solo con giocatori forti che possono vincere i campionati. Non basta avere giocatori da serie A per restare in serie A. Ma serve uno staff tecnico e una dirigenza da serie A. Servono enti locali, amministrazioni e sponsor che coltivino sogni e ambizioni da serie A. E con orgoglio devo dire che questa è stata la vera forza dell’Atlantide in questi anni: avere persone da serie A che hanno collaborato all’interno e all’esterno della società».

L’obiettivo

A questo punto non resta che chiedersi se la Coppa Italia è un punto di arrivo o se il futuro può regalare anche altro: «Ho una risposta alla domanda. Se all’inizio dell’avventura non pensavo di arrivare a questi livelli, da qualche anno credo che l’Atlantide può fare anche meglio. La vittoria della Coppa Italia tata è una ri-partenza, perché adesso avremo nuovi stimoli per andare avanti, e con l’aiuto di tutti (istituzioni, sponsor, tifosi) possiamo sognare nei prossimi anni di ambire alla SuperLega». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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