Danesi: «Un sogno d’oro per raccontare la parte di me oltre lo sport»

Mettere da parte l’essere introversa per raccontare, per raccontarsi. Portando con sé lettrici e lettori ad affacciarsi sul cortile dei giochi da bambina, dove un filo teso fa da rete a infinite partite, tra banchi di scuola e estati al lago. E poi un salto nei palazzetti dello sport che diventano sempre più grandi, più importanti, in grado di regalare sfide, vittorie, traguardi. Vivendo emozioni, paure, mancanze, lontananza dalla famiglia e anche dagli affetti.
È una Anna Danesi che va oltre il campo per confidarsi in una dimensione più intima quella che si racconta nel suo libro «Un sogno d’oro» (edizioni Sperling&Kupfer, 19.90 euro). Domani, mercoledì 11 giugno, alle 18 previsto il firma copie alla libreria Feltrinelli del centro commerciale Rondinelle di Roncadelle.

Danesi, come è nato il libro?
«Da una proposta della mia agenzia per celebrare le Olimpiadi, raccontando però anche la mia vita. Ho detto subito sì, è un’esperienza che da sempre mi sarebbe piaciuto fare e per farmi conoscere di più, visto che non faccio trasparire molto di me e della mia vita privata».
Da persona introversa qual è lei com’è stato?
«Mi sono detta “mi butto e via”. Con un’opportunità così sarebbe stato inutile iniziare e non dire poi certe cose, perciò ho deciso di aprirmi in toto».
Tra le pagine c’è tutto il suo vissuto, lei si conferma essere molto esigente con se stessa.
«Un po’ è dovuto all’educazione ricevuta dai miei genitori, poi sono testarda di carattere: se non raggiungo gli obiettivi, guai. Il vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto però è da migliorare. Anche io mi dico: “Anna, chiedi tantissimo a te stessa sempre, ogni tanto molla il colpo”».
Lei racconta della bimba che lascia casa per la pallavolo, delle insicurezze, di Anna che cresce e impara ad essere sicura.
«Mi piace l’idea di lasciare una parte di me che va oltre lo sport: passare messaggi, raccontare della mia famiglia bellissima, dei valori che mi ha trasmesso e che stanno un po’ scomparendo. Scriverne è stata forse la parte più difficile. Mamma e papà sono sempre stati con me, sappiano noi i sacrifici che han fatto, è stato particolare mettere tutto nero su bianco, e mi fa piacere ringraziarli con un libro».
Loro che pensano?
«Ho inviato qualche capitolo in fase di stesura, gli ultimi, più personali e complessi anche da scrivere, no: non so se avranno mai il coraggio di dirmi qualcosa in merito. Certo sono contenti che abbia fatto questa esperienza».
Il suo è un percorso eccezionale, che emerge con tutta la sua fatica, ma lei rimane sempre la stessa.
«Le situazioni vissute sono state anche pesanti, ma credo sia stato tutto necessario. E se oggi arrivo qui, vinte le Olimpiadi, con questa carriera, rimanendo la persona che sono sempre stata, penso di aver vinto alla grande nella vita».
Con l’Italia avete ricevuto anche critiche feroci e spesso immotivate: mai pensato a un passo indietro?
«Sono sempre andata oltre. L’annata scorsa è stata eccezionale, un’Olimpiade con un solo set perso quante volte c’è stata nella storia? La normalità è perdere: non sono io a dovermi fermare, ma chi critica sempre e comunque a dover fare un esame di coscienza».
Rio Olimpiade della delusione e della motivazione; Tokyo quella del rischio di bruciarsi, Parigi della serenità. Cosa regala la somma?
«La consapevolezza che sappiamo giocare molto bene a pallavolo e possiamo fare cose bellissime. Molte volte ci siamo perse in un niente, ma la scorsa estate ha dimostrato che possiamo giocare una pallavolo stellare e dipende solo da noi. Gli insegnamenti di Velasco rendono tutto più facile. L’intero percorso è prezioso, perché è bellissimo vincere, ma se non passi da delusioni e sconfitte il giocatore non si forma mai».
E ora?
«Siamo pronte per andare avanti, spero in un’estate (cominciata con il poker di vittorie in Vnl, ndr) bella come la scorsa; sarà difficile, c’è un Mondiale, e lì ci manca la sola medaglia che tutti sanno, ma partiamo tranquille e andiamo avanti grado per grado».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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