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Sagramola e Sheikh fuori gioco, Brescia sul baratro

Ubi: alla prima offerta mancano le condizioni, non credibile la seconda. Lo spettro del fallimento
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Alcuni punti fermi e un punto di domanda. I punti fermi: per Ubi Banca sia il piano Sagramola sia il piano Sheikh sono - per ragioni ben diverse tra di loro - fuori gioco. Il punto di domanda: ora per il Brescia Calcio resta aperta solo la strada del fallimento?

Ecco i passaggi di una giornata convulsa. Si comincia all’ora di pranzo, quando l’uomo d’affari pakistano Abdul Kadir Sheikh entra nella sede bergamasca di Ubi Banca. In discussione c’è ancora la sua offerta per il salvataggio della società di via Bazoli, un piano già illustrato all’istituto di credito durante un incontro di mercoledì scorso: 6 milioni e mezzo di euro all’anno per due anni, più un piano di rientro per i debiti pregressi del Brescia Calcio. Al termine dell’incontro di ieri Kadir Sheikh dichiara: «Ho comprato il Brescia Calcio, la banca ha ricevuto le credenziali finanziarie che mi erano state chieste, gli avvocati sono al lavoro per la stesura del contratto, la firma è questione di ore».

Pochi minuti e arrivano notizie anche sul progetto che nei giorni scorsi era stato presentato da Rinaldo Sagramola (ex direttore della Sampdoria) per conto di Profida Italia: secondo Ubi mancavano le condizioni perché il piano di Sagramola si realizzasse. A pesare era soprattutto l’assenza di sufficienti risorse bresciane. Una valutazione comunicata direttamente all’ex dirigente doriano.

Ed è lo stesso Sagramola, con un comunicato ufficiale, a ripercorrere i sette punti cardine dell’accordo quadro consegnato a Ubi Banca. Nel progetto era prevista la costituzione di una new.co in forma di società per azioni con capitale sociale interamente posseduto da Profida Italia. La nuova società avrebbe dovuto vedere la partecipazione degli imprenditori bresciani attraverso un prestito obbligazionario di due milioni di euro, ma sarebbero stati comunque necessari 6 milioni di finanziamento da parte di Ubi. Altri nove milioni sarebbero dovuto arrivare attraverso la sottoscrizione di un contratto con Infront. Il presidente? Per Sagramola avrebbe dovuto essere Marco Bonometti. Il piano, peròm, non è andato a buon fine. 

Intanto - sul fronte dell’offerta di Kadir Sheikh - il pomeriggio trascorre con gli uomini dell’istituto di credito al lavoro per la verifica delle credenziali finanziarie allegate all’offerta del pakistano. Un lavoro al termine del quale - almeno stando a quanto trapela attraverso la scelta di riservatezza adottata da Ubi - la banca giudica non affidabili le credenziali fornite. L’offerta di Kadir Sheikh, insomma, non è credibile

Fuori gioco Sagramola, fuori gioco Sheikh. Ora cosa accade? Una terza via per il salvataggio del Brescia al momento non ci sarebbe. E a questo punto l’ipotesi tecnica di un fallimento della società torna a diventare una delle opzioni concrete in campo. Mentre si avvicina lunedì 15, quando dovranno essere pagati gli stipendi a staff tecnico e giocatori pena una ulteriore decurtazione in classifica.

 

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