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Lavori in corso, ma il Brescia di Clotet ha già un’essenza

Applicazione, corsa e testa: il primo test ha mostrato le basi in attesa di capire se c’è la sufficiente qualità
Il Brescia dopo il test di sabato pomeriggio ha ringraziato i tifosi saliti a Ronzone - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
Il Brescia dopo il test di sabato pomeriggio ha ringraziato i tifosi saliti a Ronzone - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
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L’essenziale è stato visibile agli occhi. Ed è questa la sintesi estrema della «notizia» emersa dal primo test stagionale svolto dal Brescia nel ritiro di Ronzone.

Un test condito da una pur sempre benedetta pioggia di gol, che ha detto ciò che si desiderava dicesse, ma che non è mai scontato riscontrare: Bisoli e compagni sono arrivati preparati e non sono caduti nel trappolone di un compito persino troppo facile per essere vero, col rischio quindi di approcciarlo con superficialità dietro anche l’«alibi» pronto all’uso di gambe dure come la pietra dopo una prima settimana di preparazione con carichi parecchio pesanti. Non è accaduto.

E se ogni indicazione va maneggiata con cura in ragione dell’inconsistenza degli avversari, della condizione a dir poco approssimativa, della necessità di portare tutti - vecchi, nuovi che arrivano da campionati inferiori, nuovi che arrivano da un altro calcio, elementi di taglia piccola/grande - sullo stesso livello, resta comunque sul piatto delle primissime valutazioni il punto uno: l’essenziale è stato visibile agli occhi. Un essenziale che consta di pochi e chiari elementi.

È piacuta molto - e la nostra sensazione a caldo ha trovato «riscontri» anche nel quartier generale del Brescia - per cominciare, quell’applicazione di cui già sopra della squadra. E non si può pensare di poter costruire nulla, che sia una casetta per la salvezza o un grattacielo per puntare alla serie A, senza le basi.

Sopra l’applicazione, la squadra ha poi steso un bello strato di concentrazione e al di là dello svarione e della mancanza in tal senso da parte di Perilli in occasione della rete subita (va però detto che si è trattato del classico «tiro della domenica» che tentato altre 100 volte non porterebbe a un gol), questa è stata totale e innegabile.

Le prime prove a ranghi misti del 4-3-1-2 di riferimento, hanno visto tradotti in fatti i dettami della settimana tra la voglia di mentalizzarsi per diventare una squadra che guarda sempre alla porta sfidandola senza paura da ogni posizione, alla quale piace prendere l’iniziativa rifuggendo dalla passività - che fu terribile compagna di viaggio la passata stagione - ogni volta che si può e quella che se perde il pallone non si preoccupa cercando immediatamente il modo più veloce per andare a recuperarlo. L’idea, è quella di un Brescia che sia d’azione, ma passando attraverso un pensiero da elaborare e metabolizzare nella quotidianità. Di un gruppo al quale è richiesto di correre tanto e bene.

E di dare e mettere qualità perché un gioco in intensità e velocità, richiede anche precisione. E dunque, certi piedi: quelli, si vedono anche se le gambe sono pesanti e qua e là, abbiamo colto le potenzialità di Olzer (lo conteggiamo quasi come un nuovo), Galazzi (ancora da codificare, per iniziare è messo alla prova come trequartista), Niemeijer (tra coloro che stanno patendo moltissimo il grosso lavoro sul piano fisico), Bianchi e, ovviamente Ndoj.

Tutta gente però, chi per un motivo chi per l’altro, appunto in «potenza» e che andrà valutata e soppesata per bene strada facendo per capire quale potrà essere il reale apporto. Perché dalla qualità con continuità, l’idea di calcio di Clotet, certo non può prescindere. È più che probabile (è anzi praticamente certo) che il tecnico catalano abbia già maturato le proprie idee.

Il punto

Le prime delle quali condivise (anche) ieri sera nel vertice a tre col diesse Perinetti convocato ieri sera in quota da Massimo Cellino che dopo lo show di sabato pomeriggio si è concesso una serata con la moglie e poi, ieri, un pomeriggio sul campo da golf presumibilmente anche per allentare un po’ la tensione in vista del delicato appuntamento di domani in tribunale col Riesame.

Ma il presidente del Brescia resta concentrato sul Brescia e dopo un break rigenerativo ieri ha condiviso con tecnico e dirigente alcune impressioni oltre che valutazioni sui giocatori già in «essere» e quelli sotto la lente del mercato. Si conferma vicino (perlomeno la trattativa è molto nel vivo) il ’98 terzino svedese che sarà il vice Karacic, ma che potrebbe tornare utile anche per la fascia sinistra aprendo a un prestito (ma in caso in serie B) per Capoferri. Tramonta invece la pista francese per la trequarti: meglio aspettare. Mentre nel frattempo l’essenziale è visibile agli occhi.

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