Sport

Jacobs e Ferrari: in poco meno di 24 ore medaglie leggendarie

Vanessa e Marcell: imprese bresciane proiettate in tutto il mondo
Jacobs e Ferrari con le loro medaglie - © www.giornaledibrescia.it
Jacobs e Ferrari con le loro medaglie - © www.giornaledibrescia.it
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In poco meno di 24 ore Brescia e la sua provincia sono diventate le capitali dello sport a livello mondiale. E se domenica, in Alaska, qualcuno probabilmente ha cercato di capire dove si trovasse Desenzano del Garda, lunedì in tutto il mondo tantissimi hanno versato lacrime per l’impresa di Vanessa Ferrari, per quell’argento placcato oro. Anzi no, che vale come un oro. Lei, nella specialità dove a 20 anni rischi di essere vecchia, a 30 ha conquistato il podio olimpico che le era stato «negato» a Londra prima e Rio poi. E per tutti Vanessa è entrata nella leggenda, perché quella medaglia al collo è il giusto e doveroso riconoscimento ad una carriera straordinaria. Sia chiaro, nessuno le ha regalato l’argento, se l’è conquistato con la sua immensa classe. E se si pensa che l’unica medaglia olimpica della ginnastica femminile era targata 1928 (peraltro a squadre e non individuale) è presto spiegato perché davanti a Vanessa ci si debba alzare in piedi. In un successo targato Brescia non solo grazie alla Farfalla, ma anche grazie al lavoro prezioso e insostituibile di Enrico Casella e Monica Bergamelli, che il vessillo con la Leonessa lo reggono insieme alla campionessa.

Il tutto in un lunedì mattina che accavalla le emozioni come domenica: mentre Ferrari si rende conto che il sogno olimpico è finalmente realtà, a pochi chilometri di distanza Marcell Jacobs nello stadio di Tokyo sul podio va ad occupare il primo gradino, mettendosi al collo quella medaglia d’oro che lo «certifica» uomo più veloce del mondo. E sotto la mascherina canta l’inno con la mano sul petto, gli occhi lucidi mentre guarda la medaglia e si rende finalmente conto che sì, è tutto vero. Un po’ come noi, che da buoni bresciani domenica poco dopo le 12 eravamo pronti al pranzo e abbiamo appoggiato la forchetta sul tavolo per la semifinale di Jacobs. E poi poco prima delle 15 abbiamo esultato più che per il rigore decisivo parato da Donnarumma a Euro 2020. Cavalcando quell’onda tra euforia ed incredulità che ci ha portato fino a ieri mattina, a Vanessa che ha scritto l’ennesima pagina della sua storia e di quella dello sport italiano. Ora il compito è uno solo: rendere fertilizzante per le giovani generazioni quello che Vanessa e Marcell hanno fatto a Tokyo. I loro successi valgono più di qualsiasi post degli influencer, a patto che ci siano le strutture idonee per far sognare ancora Brescia e la sua provincia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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