Il Brescia viaggia a Reggio Calabria inseguendo i play out

Una partita, un mare di guai: partita niente affatto banale sullo Stretto (si gioca stasera alle 20.30) Non lo sarebbe, banale, a prescindere un Reggina-Brescia che già di suo - solo sulla carta - regala spunti a go go tra incroci del passato, appuntamenti singolari con la storia e il sempre suggestivo incrocio con un grande ex che in questo caso è Pippo Inzaghi. Ma è tutto superfluo, tutto superato da un’attualità che fotografa dentro un mare, di guai, l’una e l’altra squadra.
Per la Reggina, i guai - al netto di una fresca penalizzazione di 3 punti - sono ancora ipotetici, ma gli scenari sono tutt’altro che sereni riguardo la situazione societaria complessiva tra gli addebiti da parte della giustizia sportiva e il ruolo che può giocare la giustizia ordinaria. I guai, sono invece già - da molto tempo - una solida certezza per un Brescia che annaspa, ma non molla. E che anzi ha addirittura imparato non solo a galleggiare, ma anche a dare vere e proprie bracciate. Quelle che hanno portato a mettere insieme 4 punti in 2 partite. Ancora poca roba perché nella clessidra resta poca sabbia.
Ma se a un bel momento avevamo temuto che all’appuntamento di oggi e in generale a questi ultimi appuntamenti di regular season il Brescia sarebbe arrivato come un fu pachiderma spiaggiato senza arte né parte e onore, gli accaduti delle ultime settimane raccontano che tutto fuorché la storia di un’armata Brancaleone. Anzi. Però resta dura. Tanto, troppo dura per quanto nell’aria si avvertano - anche al di fuori della squadra - segnali di una ritrovata fiducia. Sicuramente c’è la disponibilità collettiva a concedere, finché sarà possibile, la fiducia che qualcosa di mai fatto prima diventi in realtà fattibile. Non è poco essere riusciti in quella he è già una prima impresa: far girare il vento dentro un clima di contestazione sempre aperta nei confronti della società (di Massimo Cellino) e anche dell’allenatore.
Il punto
È tanto dura, è troppo dura e adesso bisogna proprio trovarlo il modo di forzare la mano. Di forzare un campo avversario come il Brescia non riesce a fare dal 10 settembre scorso. Eppure, gli «analisti» della B sostengono che questa sera già riuscire a non perdere significherebbe comunque fare classifica oltre che morale (contando su un eventuale terzo risultato utile consecutivo) per poi arrivare a giocarsi - questa volta davvero tutto - in casa l’1 maggio contro il Cosenza. L’argomentazione a sostegno del ragionamento risiede nella lettura della giornata nel suo complesso visto che domani si giocherà prima di tutto Perugia-Cosenza che in qualsiasi caso - sempre ovviamente partendo dal presupposto che il Brescia prima di tutto deve fare la propria parte - su almeno una delle due se non su entrambe si possono guadagnare punti. E attenzione anche a Cittadella-Genoa mentre la Spal va a Modena.
Una giornata da maneggiare con cura, ma prima di tutto andando a caccia del proprio «Granillo» (nello stadio di casa gli amaranto non sono proprio in un fortino visto che ci hanno già perso sei volte in stagione) di nuova speranza.
Chiaramente vanno fatto i conti con un oste molto più qualitativo del Brescia, che meritatamente da inizio stagione e nonostante un lungo passaggio a vuoto (9 sconfitte in 11 gare) tra febbraio e marzo (i calabresi sono quart’ultimi per rendimento nel girone di ritorno, a riprova delle tendenze delle squadre di Inzaghi ad andare in calando nelle fasi discendenti delle stagioni) sono in zona play off (oggi sono ottavi «a tavolino», ma prima del -3 erano quinti). La Reggina di oggi non è più comunque la Reggina che all’andata batté senza nemmeno troppo sudare il Brescia (oggi peraltro senza tifosi al seguito) già vuoto di Clotet: la sensazione è che strada facendo, anche in virtù delle vicende extracampo, qualcosa si sia sfilacciato nei rapporti. E quindi della spensieratezza.
Inutile dire che sullo sfondo il Brescia è spettatore più che interessato di quel che accadrà o non accadrà nei tribunali, ma anche questo, insieme al rivangare un passato che seppur fresco appare preistoria - e anche Inzaghi appunto ha i suoi bei pensieri e le energie concentrate sul cercare di tenere la barra dritta - è del tutto superfluo è superato: qui c’è solo da pensare a come scappare da un mare di guai.
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