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Domani la cerimonia d’apertura delle «Olimpiadi quattro stagioni»

Mario Nicoliello
Previsti ripetuti cambi di clima a Parigi. Città affollata, ma vivibile: i cittadini si reinventano «albergatori»
Il logo dei Giochi olimpici di Parigi con la Torre Eiffel sullo sfondo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il logo dei Giochi olimpici di Parigi con la Torre Eiffel sullo sfondo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il primo impatto con Parigi, appena sbarcati all’aeroporto Charles de Gaulle, è una sensazione di piacevole freschezza. A queste latitudini la canicola non ha ancora bussato, così al mattino e alla sera la felpa sulle spalle dà conforto. Nelle ore centrali della giornata, invece, il sole riscalda, ma la colonnina di mercurio non va oltre i 26 gradi. Eppure, all’interno, l’aria condizionata è ovunque «a manetta»: un invito a indossare qualcosa di più pesante.

Le previsioni parlano di rialzi e ribassi tra oggi e domenica, quando la pioggia dovrebbe far scendere la temperatura, rendendola più primaverile che estiva. L’effetto durerà pochissimo, perché a metà della prossima settimana sono attesi i 30 gradi. Gli esperti parlano pertanto di «Olimpiadi quattro stagioni» dal punto di vista meteorologico.

Verso la cerimonia

A due giorni dalla cerimonia d’apertura (sarà domani, venerdì, alle 19.30, in diretta sulla Rai e su Eurosport) la città è ancora a portata di turista, ma pian piano che ci si avvicina alla Senna il numero dei poliziotti si moltiplica e il grado di libertà si assottiglia. Così, uscendo dal Centre Pompidou, non si riesce a raggiungere l’Ile de la Cité e i lavori in corso alla cattedrale di Notre Dame possono essere scorti solo in lontananza. Le tre mastodontiche gru che campeggiano dentro il cantiere sono il segno di una corsa sfrenata contro il tempo: la riapertura avverrà l’8 dicembre, purtroppo a Giochi abbondantemente finiti.

I visitatori - per accaparrarsi una stanza - hanno sborsato fior di quattrini per pochi giorni. Affittare il proprio appartamento è infatti diventato l’hobby preferito dei parigini, che hanno preferito prendersi le ferie e recarsi nelle case di campagna o al mare, lasciando la dimora principale agli avventori. Una delle conseguenze sono le code dinanzi alle fornerie di quartiere. Pur di arraffare il miglior croissant della zona ci si mette uno dietro l’altro e si aspetta il proprio turno, per poi gustarselo dalla terrazza dell’appartamento in affitto con vista panoramica.

Traffico

I parigini rimasti in città corrono sulle scale mobili per acciuffare il primo treno della metropolitana e non avere problemi con l’ingresso al lavoro in un periodo in cui al danno dell’aumento dei prezzi si è aggiunta pure la beffa delle stazioni chiuse nel cuore della città. Chi invece ha la possibilità di lavorare da remoto si presenta armato di laptop e tablet negli spazi di coworking dotati pure di bar, dove pagando 28 euro per l’intera giornata si può mangiare e bere a volontà.

Dinanzi all’Hotel de Ville la Fan Zone è ancora chiusa, mentre dentro gli stadi di periferia si gioca già. Così il calcio si prende il Parco dei Principi e il rugby lo Stade de France, col secondo molto più seguito del primo per via della presenza dei Bleus.

I francesi fanno festa anche fuori dal campo, poiché il Cio ha assegnato loro i Giochi invernali 2030, mentre lo Utah si è preso l’edizione 2034. Per gli italiani, invece, giornata di allenamenti, in attesa che stamani scenda in azione la prima azzurra, Chiara Rebagliati nel tiro con l’arco. Oggi pomeriggio il villaggio sarà aperto per l’ultima volta ai curiosi, poi sbarra abbassata e fuori tutti. Ai tifosi non resterà che applaudire i propri idoli sugli spalti, preparandosi anche a lunghi spostamenti.

Chi vorrà seguire dal vivo le stelle della Nba, dovrà sobbarcarsi per il turno preliminare un lungo viaggio verso Lilla. Un’ora e mezza di Tgv con biglietto del treno da acquistare in aggiunta a quello per la partita prescelta. Pagamento con tutti i tipi di carte, mentre dentro i luoghi olimpici funzioneranno solo quelle dello sponsor del Cio. Alla fine è tutta questione di soldi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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