Sport

Colbrelli: «Il giallo mi dona, al Tour mi gioco tutto subito»

Il neo campione d’Italia racconta le sue emozioni verso la Grande Boucle al via domani da Brest
Sonny Colbrelli sogna in giallo - © www.giornaledibrescia.it
Sonny Colbrelli sogna in giallo - © www.giornaledibrescia.it
AA

A volte i particolari fanno la differenza. Una dieta più calibrata e attenta, l’altura e un approccio mentale più convinto hanno trasformato quest’anno Sonny Colbrelli, neo campione italiano di ciclismo su strada, pronto a gettarsi nella mischia del Tour al via domani a Brest, con l’obiettivo di conquistare subito la maglia gialla.

Ha realizzato innanzitutto di aver vinto il titolo italiano? «Ancora no. Ho festeggiato con la famiglia ancora la sera stessa a cena a Imola, poi sono stato travolto dagli impegni, tra sponsor, interviste, prove per la nuova maglia».

A proposito, la Bahrain ne ha confezionata una degna? «Sì, il team ha realizzato una bella maglia. Purtroppo i team non europei non hanno molto la cultura del titolo nazionale, per loro gli atleti che lo vincono sono più un fastidio. Io sono stato fortunato».

Ha impressionato, al campionato italiano, il modo in cui ha vinto non aspettando lo sprint. Cosa è cambiato? «Credo di essere più convinto di me stesso, quando la forma giusta coincide con la testa, vado ovunque».

Si è scritto in questi giorni che ha una mental coach. È stata la svolta? «Anche. La mia si chiama Paola Pagani, l’avevo frequentata anni fa, poi abbiamo ripreso quest’anno le sedute. È importante, ma se non ci sono le gambe…»

A proposito di fisico, molti fanno notare che sembra più muscoloso: ha seguito una dieta particolare, ad esempio la discussa dieta chetonica? «Il peso è identico ad altri anni, casomai mi sono asciugato e quindi i muscoli sono meglio definiti. Quanto alla dieta chetonica è vero, l’ho provata in inverno, ma poi l’ho abbandonata. Si basa sull’assunzione esclusiva di proteine e l’eliminazione di zuccheri e carboidrati. I primi giorni ti senti strano, svuotato, poi quando il corpo va in chetosi, inizi a perdere peso e acquisti potenza. Ad un certo punto però deve reintegrare gli zuccheri e se sbagli le quantità riacquisti peso con gli interessi. Ho deciso di abbandonarla e tornare ad una dieta mediterranea più equilibrata».

Come fa a casa a capire se è in forma? «Ho la mia salita test, Navazzo, sopra Gargnano, la faccio a tutta: lì misuro la mia febbre agonistica»

E com’è in vista del Tour? «Ottima: ho nel mirino soprattutto la prima tappa, si arriva in salita (domani a Landenau, in Bretagna, ndr), non esagerata ma abbastanza per eliminare i velocisti. Di una cosa sono sicuro: il giallo mi dona, vorrei indossarlo, almeno per un giorno. Poi il meteo dà pioggia in questi giorni». C’è anche la maglia verde per Parigi, che tuttavia richiede un modo diverso di correre, comprese le fughe? «È molto dispendioso, ma ci proverò, così come tenterò per la prima volta anche di andare in fuga».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato