Calcio

Un Brescia carico a 2.000 in missione derby a Cremona

Alle 14 sfida all’armata di Stroppa che gioca per il secondo posto: tifosi in massa per le rondinelle
Gabriele Moncini, uno dei protagonisti annunciati della sfida di questo pomeriggio - Foto New Reporter Rossini © www.giornaledibrescia.it
Gabriele Moncini, uno dei protagonisti annunciati della sfida di questo pomeriggio - Foto New Reporter Rossini © www.giornaledibrescia.it
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Il derby, è derby per tutti: si diffonde nell’aria quel certo «non so che». Quella sensazione, spinta dall’irrazionalità, che ti porta di default a pensare sempre e comunque: sì, oggi tutto è possibile.

Poi, tra l’annusare il profumo speciale di derby e ricondurre l’essenza all’atto pratico del campo ce ne corre, in particolare modo se - come è il caso di oggi - i valori delle parti in causa non sono paragonabili. Però... Però siamo qui e - soprattutto - saranno là, allo «Zini» - 2.000 bresciani a crederci. A credere nell’eventualità di uno sgambetto a una Cremonese resa super da Giovanni Stroppa che fa viaggiare i suoi alla velocità di due punti a partita. La forza dei grigiorossi è montata pian piano, con la cura dei dettagli in quella che era già una armata - ma senza identità -, come la panna e che ora ha nel mirino il secondo posto.

L'avversaria

È prima in tutto la Cremonese che ha pure la migliore difesa, che ha «stappato» la vena realizzativa di bomber Coda già approdato alla sua tradizione doppia cifra, che ha in Vazquez un formidabile uomo dell’ultimo passaggio che ancora la spiega a chiunque, eccetera, eccetera, eccetera...

Non c’è bisogno di aggiungere troppo. E se c’è invece bisogno, è sufficiente il rimando al pensiero alla performance del Rigamonti quando i grigiorossi si poterono esibire in un «undici contro zero» con un Brescia allo sbando. Quella partita mise in luce tutte le qualità e la sapienza dell’allenatore della Cremonese. E, se possibile, tutto quel bagaglio nel frattempo è stato migliorato, passando pure per lo scivolone sulla buccia di banana FeralpiSalò.

Insomma, il messaggio da parte avversaria è molto chiaro. Ma così come è ben chiaro, dall’altra parte, che oggi - pure restando impari nei valori assoluti - è un altro Brescia. Non al meglio, non al completo, reduce dal deludente e sciapo pari in rimonta col Südtirol, ma che sa spesso andare in compensazione facendo leva su una grande forza organizzativa e un carattere che si esaltano dentro la capacità di saper cambiare in corsa uno spartito.

Con la lucidità infusa da Rolando Maran. Il quale, oggi, ancor prima di un risultato pretende dai suoi - più o meno in condizione - una risposta di qualità mentale: vero che la partita col Südtirol era caduta al termine di una settimana di difficile gestione tra un acciacco e un altro, ma vero che se ci si vogliono dare arie definitive da squadra guastafeste, per tenersi il posto play off occupato da due settimane, occorre saper sempre spingere sempre più in là l’asticella dei propri limiti.

Cosa serve

Gli alibi, anche quando ci sono spiegazioni oggettive, devono sempre stare a zero. Così si cresce e così, magari, si convince pure Massimo Cellino (che ai suoi collaboratori ha affidato solo il mandato della ricerca di un centrale di difesa) che qualcosa deve essere fatto per puntellare ulteriormente una squadra che, anche solo per un fatto numerico, non può bastare così. Una squadra che tra l’altro deve iniziare a imparare a navigare pian piano in un dopo Cistana. Un’assenza che anche tatticamente richiederà per forza di cose una nuova evoluzione.

Cosa serve per far bene oggi contro una squadra che al di là dell’estrema qualità ha caratteristiche di gioco fatte apposta per mettere in difficoltà una squadra come il Brescia? Essere prima di tutto al 110% della propria condizione mentale sperando che nel contempo gli avversari - pure loro con assenze strategiche dietro - siano un poco al di sotto dei loro standard di perfezione. Il resto lo farà anche la partita dei due amici delle panchine Maran e Stroppa. Sognando, da parte di Bisoli e compagni già autori di 4 blitz, il primo scalpo fuori casa contro una big. È il derby: e allora tutto è possibile.

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