Calcio

Sotto l’albero di Cellino c’è: «La voglia di vincere con Inzaghi»

Il presidente del Brescia Calcio: «Mettere e mettersi in discussione fa crescere, ma Pippo è un allenatore forte»
Cellino e Inzaghi fianco a fianco durante il ritiro di quest'estate - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Cellino e Inzaghi fianco a fianco durante il ritiro di quest'estate - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Una settimana pre natalizia è sempre frenetica, per definizione. In casa Brescia, lo è stata decisamente molto più dell’immaginabile: e l’incertezza che fino a ieri ha regnato sul tema si gioca-non si gioca, è stata decisamente il meno. Il grosso, l’ha fatto quella tempesta che si era abbattuta su Pippo Inzaghi dato per certo esonerato, ma che poi è andata a finire in un niente: il caso si è aperto e chiuso in 24 ore. Ma quelle 24 ore tra lunedì e martedì sera hanno inciso tantissimo in termini di tensioni, mediazioni, confronti.

Fino al lieto fine

Servito con un tè a tre Cellino-Marroccu-Inzaghi e suggellato da parole di pace che arrivano dritte sotto l’albero dell’allenatore: «Pippo è un allenatore forte. Voglio vincere e voglio farlo con lui: riponiamo la massima fiducia nel suo operato». Firmato un insospettabilmente iper natalizio Massimo Cellino. Insospettabilmente: perché quella di ieri non è stata una giornata facile. Punto.

Sarebbe dovuto essere un Natale sul campo: il luogo migliore per pesare capacità di reazione e tenute nervose. Invece, i presidenti hanno deciso che non se ne farà nulla e che ci si ripenserà dalla metà di gennaio. Con buona pace del presidente del Brescia Massimo Cellino che in assemblea di Lega (chi vi ha assistito ha raccontato di fuoco e fiamme da parte dell’imprenditore sardo) si era presentato sulla linea dell’opposizione al rinvio. Ma la maggioranza ha deciso altro (come illustriamo nel dettaglio nella pagina accanto) e non è restato che prenderne atto e rimettersi alla decisione della maggioranza dei club che rispetto alle ore che avevano preceduto l’assemblea si era rovesciata: la truppa dei favorevoli a rispettare il calendario e a giocare del 26 e del 29 si è infatti sempre più assottigliata.

«A me non piacciono le forzature, penso sempre che siano pericolose e che alla fine ti si ritorcano contro. E dico anche che il diavolo molto spesso fa le pentole, ma non i coperchi... Quindi vedremo cosa accadrà...A ogni modo non mi resta che vedere l’aspetto positivo del fatto che siano saltate le ultime due partite dell’anno» ci dice Cellino commentando l’esito dell’assemblea delle società di serie B.

Marroccu e Cellino insieme a bordocampo - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Marroccu e Cellino insieme a bordocampo - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Ti aspetti un presidente furente e invece... «Io ho portato avanti la mia linea del giocare per una questione di principi e di valori di rispetto. Oltretutto ero stato anche uno di quelli che in estate aveva storto il naso per il fatto di dover giocare il 26 e il 29. Dicevo degli aspetti positivi: abbiamo subito anticipato le vacanze ai giocatori che il 30 saranno qui e procederanno con la riatletizzazione. Se poi ci dovessero essere dei positivi, avremmo il tempo di aspettarli. E poi ci metto che non passeremo in aereo il pomeriggio di Natale...».

La pace

E a proposito: «Ci tengo a dire buone feste ai bresciani invitandoli a godersi il momento con le loro famiglie ed essere ottimisti perché hanno una squadra forte, una società forte, un allenatore forte e un presidente fortissimo che non hanno paura di nessuno». Non sfugge il passaggio sull’allenatore forte...«Sì, lo è». Quindi l’incidente mediatico di lunedì è dimenticato? «Intanto io pubblicamente mai ho detto che volevo esonerare Pippo per cui non avevo da giustificarmi con nessuno e poi è dall’estate che ci mettono contro...Con me tutti sono in discussione, sempre: lo sono anche io che certe volte mi licenzierei. Mettere e mettersi in discussione, fa crescere. Detto questo, abbiamo fiducia nell’operato di Inzaghi che deve sentirsi sostenuto come stiamo facendo e non deve avere pressione e stress agguntivi a quelli relativi al lavoro sul campo». Quindi, buone feste anche a Pippo? «Soprattutto a Pippo».

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