Brescia, Diana: «Risposta alle avversarie, diamo più valore ai pareggi»

«Avevamo il dovere di rispondere alle avversarie dirette e l’abbiamo fatto, oltre che con la vittoria soprattutto con la prestazione. E quella c’è stata». Aimo Diana sprizza d’orgoglio, e nel dopogara analizza così la vittoria del suo Brescia contro la Pro Patria: «All’intervallo ho detto ai ragazzi che stavamo spingendo a mille, ma che eravamo ancora 0-0 e non potevamo permetterci di non sbloccarla perché c’erano tutte le opportunità per vincerla».

Gli episodi

Serviva l’episodio, che stavolta si è materializzato: «Io non ho mai avuto dubbi sulla forza di questa squadra, ma il rischio era ancora di trascinarcela come nelle ultime uscite. Per fortuna la palla è entrata: l’episodio che nelle scorse gare ci era mancato».

L’Union ha visto premiata la sua scelta di affidarsi alle conclusioni da fuori, contro una difesa schierata: «Quando parlo di dettagli, mi riferisco anche a questo. E comunque, loro si sono difesi in dieci perché noi li abbiamo costretti a farlo. Questa vittoria da un po’ più valore ai pareggi fatti prima. Cosa mi è piaciuto di più? Il fatto che tutti hanno fatto esattamente quello che avevamo preparato».

Il protagonista

È stato «un gol liberatorio». La definizione è dell’autore, Vincent De Maria. In quella sassata c’è un po’ di tutto: la voglia di scacciare qualche malumore accumulato nell’ultimo periodo, ma anche di riprendersi i tre punti «che questo grande gruppo meritava più di ogni altra cosa». Vietato nutrire dubbi sulla sua compattezza: dopo il gol dell’ex Giana Erminio, tutta la squadra ha sventolato la maglia di Davide Guglielmotti, fermato dalla rottura del crociato.

«Lo dedico soprattutto a lui – sottolinea De Maria –. È un ragazzo eccezionale: subito dopo l’infortunio è venuto al campo per tirarci su il morale e per darci forza, dopo i tre pareggi consecutivi. L’ho visto molto positivo. Ha un consiglio per tutti, è un giocatore e una persona eccezionale, e in settimana ci ha aiutato molto. Lo aspettiamo in campo al più presto». Poi Vincent rivela che in tribuna c’erano pure la fidanzata e la sorella: «Vivono entrambe a Milano, per loro era comodo venirmi a vedere. Il pensiero è per Davide, come ho detto, ma il cuoricino che ho mimato dopo il gol è per la mia ragazza». A ciascuno il suo, così nessuno si offende.

L'esultanza di De Maria - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

L’analisi

Si largheggia con i sorrisi in zona mista: erano tre partite che il Brescia non vinceva, oggi si respirava gioia frammista a sollievo. La pressione si è impennata rispetto a un anno fa, piaccia o non piaccia. E con questa verità vanno fatti i conti: «La serie C è un campionato molto difficile, avevamo bisogno di questo risultato perché in allenamento diamo sempre tutto. Il primo tempo è stato complesso: volevamo sbloccarla prima dell’intervallo, ma non è stato possibile. Abbiamo mantenuto la calma, e siamo ripartiti con il piede giusto».

Così l’Union ha costruito la sua vittoria. Un segnale alle avversarie, a partire da Vicenza e Lecco: «Ma i risultati delle altre squadre non devono metterci ansia – esorta De Maria –. Dobbiamo concentrarci esclusivamente su noi stessi, scendere sempre in campo per prenderci i tre punti. Il campionato è lungo, noi ce la metteremo tutta».

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Insegnamenti

C’è un insegnamento in particolare che si può ricavare dalle ultime partite: «È importante riuscire a vincere anche queste partite sporche, lo impone la natura stessa di questo campionato». Sperando che la sfortuna, quindi gli infortuni, la smettano di abbattersi sul Brescia: «Ma è una conseguenza del lavoro che facciamo in settimana: il mister ci chiede di spingere sempre al massimo».

Rischi calcolati e consapevoli. Ora si pensa già al Lecco: «Sfida importantissima, andremo là a giocarcela a viso aperto». L’avvertimento è chiaro: dopo la flessione degli ultimi tempi, l’Union ha voglia di dimostrare a tutti quanto vale davvero: «Diana continua a ripeterci che ce lo meritiamo». È presto per stabilire se quella di ieri sia stata una prima piccola svolta. Ma ci si gode la sensazione, almeno per un po’.