Punti e panchina: il Brescia a Palermo per raddrizzarsi

La paura di ritrovarsi di nuovo dentro il solito circolo vizioso e la speranza che sia solo, per quanto lungo, una fase dentro un percorso di rinascita che si era illusoriamente pensato facile e istantaneo. Sentimenti diversi e contrastanti, che tuttavia convivono alla pari in attesa di scoprire quale dei due riguarda il Brescia.
Non c’è molto da attendere: tra oggi - ore 18.30, stadio Barbera - e domenica, ogni risposta o meno che il Brescia darà sul campo avrà i crismi dell’«ufficialità» e in base a quello che saranno le indicazioni, o durante la sosta si lavorerà per una sorta di «fase 2» del progetto che non potrà prescindere dal recupero al meglio di Bisoli in primis e dall’avere finalmente tutti a uno stesso livello di condizione con un’idea di squadra tipo sulla quale insistere, oppure si ripartirà direttamente da zero con un nuovo allenatore.
Delle due l’una e ormai è chiaro per tutti. Lo è per Daniele Gastaldello, oggi squalificato, e lo è anche per i giocatori perché con la mossa atipica per i suoi standard di andare avanti con l’allenatore veneto dopo tre sconfitte di fila contrassegnate anche da suoi palesi errori, Massimo Cellino è come se avesse voluto mettere i giocatori allo specchio con la loro guida. Perché come questa ha colpo nell’involuzione in atto, il gruppo non può chiamarsi fuori dalle proprie responsabilità che sono altrettanto evidenti nella forma di errori tecnici imbarazzanti commessi sul campo.
Le valutazioni
Dunque: se il gruppo c’è e sta con l’allenatore, se l’allenatore ha le idee chiare e non ha la mano tremolante, tra la gara contro il Palermo e quella con la Cremonese i dubbi saranno tolti. È stato anche, ufficiosamente, fissato un bottino minimo per quanto riguarda l’aspetto concreto: almeno due punti.
Un po’ oggi a Palermo ci si gioca la pelle. In un’altra forma rispetto a 6 mesi fa, ma ad ogni modo così è perché i numeri del Brescia delle ultime tre gare parlano chiaro: ci sono gli zero punti, ma anche i 6 gol subìti a fronte degli appena tre - gli ultimi due con ausilio di deviazioni avversarie - segnati. Sono numeri da vecchia scuola. Quella che nessuno vuole più frequentare. Di certo si cercherà di non frequentare più la difesa a quattro ed è già un punto di partenza che tra area tecnica, presidenza e dirigenza ci sia convergenza totale sul fatto che si debba definitivamente impostare la squadra a tre: almeno il rischio di andare allo scontro per il modulo è stato scongiurato.
Oggi rientra Cistana: tutti necessari, nessuno indispensabile, ma lui è indispensabile. Così come lo diventa ritrovare le certezze difensive che sono state tali fino a un attimo fa, aggiungendo però coraggio e voglia di osare. Perché se oggi si gioca solo per il primo comandamento del non prenderle, allora è persa. Il Palermo va fronteggiato sfidandolo, pur senza presunzione nella consapevolezza di giocare ad armi impari per la differenza di organici. Che è un fatto: il Palermo è fatto per vincere.
Va cavalcata oggi la vulnerabilità emotiva dei rosanero che sul groppone portano tutto il peso della pressione in un periodo da un punto in tre partite e che devono cancellare l’ultima immagine che hanno lasciato al Barbera: quella di una sconfitta con il Lecco. È dura per Gastaldello, è dura per Corini che oggi potrebbe avere in serbo qualche sorpresa tattica. E qui le cose sono potenzialmente due: lacrime mie o lacrime tue.
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