Calcio

Strada: «Brescia competitivo, Lumezzane e Ospi si sono mossi bene»

Il triplo ex fa le carte alle bresciane di C: «Di Molfetta l’uomo in più per l’Union, Guarneri può fare la differenza in casa orange. I valgobbini hanno bisogno di un filotto di risultati»
Pietro Strada, ex Brescia, Lumezzane e Ospitaletto - © www.giornaledibrescia.it
Pietro Strada, ex Brescia, Lumezzane e Ospitaletto - © www.giornaledibrescia.it
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È difficile trovare un altro (oggi ex) giocatore che, in carriera, abbia vestito le maglie di Brescia, Ospitaletto e Lumezzane, ossia le tre squadre della nostra terra che quest’anno sono impegnate nel medesimo girone di serie C. Pietro Strada, bresciano, di casa in Franciacorta, 56 anni il prossimo 11 dicembre, oggi lavora come osservatore. Nel non molto tempo libero dà prova della propria forza e della propria ancora invidiabile tenuta atletica sul campo da tennis.

Di ruolo centrocampista, ha indossato l’arancioblù dell’Ospi nel 1986-1987, tra il 1988 e il 1990 e nella stagione 1991-1992. Al Brescia è approdato in età matura (2005-2006). Al Lumezzane aveva giocato nel biennio 2002-2004. Nella seconda stagione il Lume aveva sfiorato il salto in B, sfumato nel parapiglia di quella famigerata partita col Cesena di Castori. Era tornato in Valgobbia nell’ultima stagione da giocatore, quella 2006-2007. In carriera ha vestito anche le maglie di Salernitana, Reggiana, Parma, Perugia e Genoa.

Per le squadre bresciane non ha solo giocato. È stato collaboratore tecnico del settore giovanile del Brescia tra il 2012 e il 2016. Ha ricoperto lo stesso ruolo nella FeralpiSalò dal 2016 al 2020. Dal 2020 al 2024 è stato scout, per Italia ed estero, per l’Inter.

Cosa ne pensa di ciò che è accaduto al Brescia nel corso dell’estate?

«Da bresciano e osservatore, al di là del dispiacere per quanto accaduto alla Leonessa, sono stra-contento che esista il progetto dell’Union Brescia. Conosco Giuseppe Pasini e la struttura, che peraltro adesso è stata implementata. Parliamo di persone serie. Il coinvolgimento del tessuto bresciano è un altro fattore molto importante. Brescia può e deve ambire a tornare nel calcio che conta. Dico questo non per mancanza di rispetto alla serie C, ma perché ritengo che la piazza meriti altro. Sono stati bravi tutti, istituzioni comprese. Il Comune si è mosso bene anche per far sì che il Rigamonti potesse essere la casa del club. La serietà e la passione di Pasini sono la garanzia per i bresciani».

L’Union Brescia disputerà un campionato di vertice?

«C’è lo zoccolo duro mantenuto dalla passata stagione. C’è ancora Diana in panchina. La rosa è stata rinforzata. Il nuovo club può competere per la vittoria del campionato, ma fare previsioni più precise è impossibile. Di mezzo c’è il campo e la concorrenza non manca, a partire da quella del Vicenza».

C’è un giocatore che potrebbe fare la differenza?

«Di Molfetta ha qualità notevoli. Lo seguo da tempo. Per lui si prevedeva una carriera di alto livello, sono convinto possa ancora raggiungere categorie di rilievo».

L’Ospitaletto ha iniziato col coltello tra i denti...

«Quando sarà pronto, il club avrà anche uno stadio adatto alla categoria. In estate la società si è mossa bene, in modo oculato. Sta compiendo le scelte giuste per ottenere la salvezza. E il pareggio con il Vicenza è un ottimo risultato. Rinforza l’autostima della squadra ed è dimostrazione che la serie C è ampiamente alla portata».

Anche qui, c’è un giocatore che a suo parere può stupire?

«Dico Guarneri. Già in D lo scorso anno ha fatto vedere ottime cose. È un centrocampista che sa fare tutte le fasi».

Il Lumezzane ha bisogno di ingranare al più presto...

«Il mercato che ha chiuso, correndo forse un po’ ai ripari, è senza dubbio interessante. Anche in questo caso parliamo di una società molto seria, con un testimonial d’eccellenza come Caracciolo nel ruolo di presidente. Adesso serve un filotto di risultati positivi, serve trovare sostanza. Donnarumma dovrà dare un contributo in fatto di gol e leadership nel gruppo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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