Il Brescia attende risposte dal suo attacco: numeri in picchiata nell'ultimo periodo

Sono appena tre le squadre in serie B che impiegano in media più di un tempo a trovare il gol: una di queste è il Brescia. Fa peggio soltanto lo Spezia, che sin qui ha bucato la rete ogni 48 minuti e 29 secondi (fonte Kama Sport). Lo scarto peraltro è microscopico: le rondinelle hanno avuto bisogno di appena 11 secondi in meno per gioire. Siamo lì. E chi ti ritrovi sul gradino più basso di questo mesto primato? La FeralpiSalò di Zaffaroni. Non un trend del quale andare fieri per le due bresciane cadette.
Dati preoccupanti
L’eco di questo allarme, nel caso del Brescia, è diventato più squillante che mai: dopo l’ultima vittoria, quella di Terni, sono arrivate appena tre reti in 5 gare. Un rigore, un autogol e un timbro su azione, quello di Bertagnoli a Cittadella. Troppo poco. I dati non fanno altro che confermare la pochezza offensiva in queste prime 12 giornate: il Brescia è penultimo per conclusioni verso lo specchio (2.92 a gara) e nella percentuale realizzativa sul totale dei tiri effettuati (4,85%).
Non è un problema di baricentro, che in media si attesta a 52,9 metri, sopra lo standard in B. Il cuore della questione riguarda semmai il modo in cui si accompagnano le transizioni offensive, con quanti uomini, come e con quale efficacia il Brescia riesce a riempire l’area quando affonda. È soprattutto lì che deve intervenire Maran. Il processo è già in atto: il doppio trequartista schierato nell’amichevole di sabato con il Bellinzona è un esperimento che potrebbe avere riverberi già a Pisa. Può essere una soluzione: riferimenti meno statici, maggiore densità tra le linee e un indice di pericolosità auspicabilmente maggiorato rispetto al passato recente.
I protagonisti
La spinta però deve arrivare in prima battuta dagli attaccanti. Il reparto è in enorme sofferenza: in dodici giornate ha distillato appena cinque gol. Tre portano la firma di Moncini, l’unico ad aver avuto sin qui una vena realizzativa «accettabile». Bianchi e Borrelli non vanno a segno dal sedici settembre scorso, 2-0 esterno a Lecco. Da lì in poi, il buio.
Eppure di Flavio, ad esempio, s’era detto (a ragione) che la svolta fosse avvenuta grazie a un’applicazione tutta nuova nel quotidiano: occorre riannodare quel filo. Borrelli aveva incantato con quella volée magistrale al Rigamonti-Ceppi, ma da qualche settimana è irriconoscibile. Anche lui paga l’involuzione collettiva. A Maran il compito di inquadrarlo a dovere tatticamente, al pari degli altri centravanti.
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