Il Brescia all’analisi del gol: sottoporta manca la varietà

Venticinque, di cui effettivi due in meno stanti le autoreti di Frare nel match d’andata col Cittadella e di Zaro a Modena. Che fanno una media (considerando solo quelli senza «omaggi») di 0,96 a partita. Sono i gol segnati dal Brescia in queste prime 24 giornate, bottino (scarno) che piazza il Brescia – a braccetto con l’Ascoli – in penultima posizione tra gli attacchi del campionato con il solo Spezia ad aver fatto peggio delle rondinelle.
Dato che stride con il suo contrapposto, visto che Bisoli e compagni sono sul gradino color bronzo del podio per la miglior difesa, una rete soltanto subìta in più (24) della capolista Parma. E questo spiega perché, a differenza di Spezia ed Ascoli relegati tra gli ultimi della graduatoria, i biancoblù stazionino in zona tranquilla a ridosso dei play off.
Considerazioni
Una fatica a trovare la porta altrui spiegata anche da una mancanza di varietà nei vari interpreti che sono riusciti a iscrivere il loro nome sul tabellino marcatori: sono soltanto otto, infatti, coloro che hanno firmato almeno un gol, numeri che lasciano il Brescia là in fondo a chiudere la lista delle venti squadre della cadetteria.
E se tra i 18 marcatori diversi del Pisa e, appunto, gli otto degli uomini di Maran c’è un abisso, consideriamo che i 242 goleador della B danno una media di 12 uomini per squadra portati a referto. Attacco sterile quindi, con ben 16 gol dei 23 firmati dal trio formato da Borrelli, Moncini (6 gol a testa) e Bjarnason (4).

Cioè, paradosso nel paradosso, da due attaccanti e.. mezzo. Come a dire: penultimo attacco ma non (solo) per colpa degli attaccanti.
Semmai il solo Bianchi, tra le punte di ruolo, manca all’appello con i due solitari centri (seppur per due vittorie) con Lecco e Catanzaro, nonostante l’ex Genoa sia tra coloro che hanno più d’altri sfiorato il gol in più occasioni.
Manca il segno dei difensori
E se valutiamo che capitan Bisoli ne ha siglati fin qui 2, Bertagnoli e Galazzi 1 a testa, sono quelli dei difensori a mancare completamente all’appello: il solo Jallow, che comunque è un esterno (altro ruolo in cui latita chi imbusti qualche pallone), è in lista grazie al centro con la Samp al Rigamonti.
E quella del gol, spesso di testa, dei difensori su calcio da fermo - angoli o punizioni messe ‘in the box’ - è una delle soluzioni che ha tolto spesso le castagne dal fuoco a diverse squadre mentre, di contro, il Brescia ne ha subiti troppi con quella metodologia.
Senza considerare i gol su punizione diretta: il sinistro di Nicolas Galazzi al Braglia è stata l’unica perla stagionale ed è arrivata ben un anno e mezzo dopo l’ultima volta firmata Ndoj. Numeri figli di situazioni diverse, di mancanze diverse e diversi limiti.

I limiti
Non ultimo anche quello di una mancanza in rosa di tiratori dalla distanza, altro gap, e di centimetri che sovente, su palle aeree, fanno la differenza. Se poi consideriamo che i 196 di Borrelli sono sfruttati più cercandolo sulle seconde palle con lanci lunghi e troppo poco da cross sul fondo, ecco che esce un’altra pecca, cioè quella di uno sfruttamento delle fasce, soprattutto dalla parte mancina, limitato.
Insomma, una difficoltà a trovare il gol, e a farlo con molti più interpreti, che va oltre la mera sfortuna lignea di Como e a cui Rolando Maran deve cercare, senza purtroppo poter modificare le caratteristiche dei suoi ragazzi, di porre rimedio. Per non ingoiare altri bocconi amari come quelli rimasti di traverso, nella consapevolezza di non meritarlo, nell’uggiosa e parecchio storta serata lariana.
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