Franco Baresi: «Se ho vinto tutto è merito di Berlusconi»

Franco Baresi è sempre stato uno schivo, ma le lacrime non le ha mai lesinate per le occasioni vere. Come il giorno del Mondiale perso ai rigori con l’Italia a Pasadena contro il Brasile. Come quella sera del 1997 in cui salutò il calcio in un San Siro stracolmo.
C’è da credere che le ha versate anche ieri, quando ha saputo che Silvio Berlusconi, l’imprenditore che creò il Milan stellare di cui il centrale di Travagliato era esemplare capitano, se n’è andato. Di certo aveva la voce rotta dall’emozione quando per telefono ci ha detto una frase che vale più di mille ricordi: «Se ho vinto tutto è per merito suo».
«Mi sento più solo, per me era come un padre, un presidente unico e affettuoso con tutti, ha realizzato i miei sogni» aveva già scritto sui social l’attuale vicepresidente onorario del Milan, che con Berlusconi alla guida del club rossonero vinse cinque scudetti e quattro Supercoppe italiane, tre Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee, due Intercontinentali.
La folgorazione
Uno score invidiabile, arrivato per Baresi anche a premiare la scelta di chi al Milan giurò fedeltà perfino dopo la doppia discesa in B. «Ricordo ancora - ci racconta sempre nell’intervista concessa ieri - la curiosità e l’emozione che avevo per il primo incontro a Milanello nel marzo del 1986. Anche perché io venivo da anni non facili e non semplici sul campo e non solo, quando Berlusconi comprò il Milan per me fu come vedere la luce in fondo al tunnel».
Il resto sono parole non di circostanza, che si mischiano ai ricordi e all’affetto coltivato in quasi quattro decenni con un filo rossonero a legare l’ex difensore di Travagliato e il Cavaliere. «Piango un presidente unico e irripetibile, un uomo affettuoso, un imprenditore che sapeva andare oltre. Per me è stato come un padre, ho vinto tutto per merito suo e sono onorato di aver fatto parte di quel periodo. Con la sua empatia e la sua capacità di coinvolgere ha fatto qualcosa di incredibile».
Come quando nel 1987, all’indomani dell’eliminazione dei rossoneri in Coppa Uefa per mano dell’Espanyol, chiamò Sacchi di prima mattina per rinnovargli la fiducia: «Arrigo, vada avanti che alla fine avremo ragione noi». «Quella è storia - chiosa Baresi - e spiega come Berlusconi credesse nel lavoro e nelle sue idee».
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