Calcio

Dickmann, l’ago della bilancia: il Brescia si gode il suo «Magnifico»

Ad Ascoli ha segnato un gol strepitoso ma Lorenzo è fondamentale nei numeri di squadra: ora il suo obiettivo è il riscatto
Lorenzo Dickmann esulta dopo il gol contro l'Ascoli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Lorenzo Dickmann esulta dopo il gol contro l'Ascoli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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A Lorenzo il Magnifico fu attribuito l’appellativo di «ago della bilancia d’Italia» per il ruolo dirimente che ebbe nel mantenimento di un equilibrio tra le varie forze che regnavano nella Penisola. Anche Brescia, oggi, si fregia del suo Lorenzo. Parliamo di Dickmann: magnifico è il gol che ha colorato la gara di Ascoli, una saetta che ha squarciato l’aria fresca allo stadio Del Duca dopo una galoppata di una quarantina di metri.

È appena il terzo da fuori area nella stagione del Brescia: pochini (in B soltanto Como e Lecco, entrambi a quota uno, ne hanno fatti di meno), ma tutti pregevoli (l’elenco è completato dalla volée di Borrelli a Lecco e dalla punizione vellutata di Galazzi contro il Modena). E pure tutti in trasferta, a ben vedere, quasi si trattasse di bellezza da esportare, più che da custodire in casa.

Ago della bilancia, Lorenzo, lo è concretamente per Maran. Ascoli è l’esempio estremo: c’è voluta una sua giocata visionaria per scollinare una tappa così rognosa del campionato del Brescia. Ma la sua importanza si estende ben oltre quel singolo acuto: in una squadra che, specie in questo periodo, trova difficoltà a sviluppare il gioco in maniera fluida, e soprattutto a sintetizzarlo dalla trequarti in poi, giocatori come Dickmann servono come il pane. Intanto perché Lorenzo è una fonte primaria di approvvigionamento per gli attaccanti. In tutto il campionato è nono per cross recapitati: 21 in totale, come evidenzia Kama Sport, più del doppio di qualsiasi altro esterno in rosa (il più vicino è Huard, fermo a quota 10). Nel raffronto con i compagni è pure primo per passaggi chiave riusciti (24) e secondo per dribbling riusciti (27). Insomma, molto più di un terzino di manovra: Dickmann è una delle chiavi del gioco offensivo del Brescia. Ed è pure un’arma tattica, vista la facilità con cui trasla da quarto a quinto quasi ritmicamente all’interno di una singola partita. Virtù consacrate sull’altare dell’integrità fisica: in stagione ha affastellato più minuti di tutti (2.184, segue Papetti a 1.986), saltando appena due partite (col Bari rimase in panchina, contro il Parma andò invece in tribuna per squalifica).

Sull’uomo Dickmann è bene spendere due parole. Benvoluto dai compagni, morigerato davanti alle telecamere (ad Ascoli sembrava quasi voler minimizzare la portata di un gesto che è invece tecnicamente eccezionale), mai sopra le righe in campo. A Modena, lanciato in campo aperto e con la possibilità di chiudere i conti, preferì fermarsi una volta ravvedutosi dell’infortunio di Oukhadda. Anche questi dettagli danno la misura della persona, aspetto tutt’altro che secondario in una valutazione a 360° di un giocatore.

E il futuro? Il Brescia aveva pensato di anticipare il riscatto dalla Spal a gennaio, poi ha rimandato per ragioni contrattuali. Ma i presupposti sono buoni, e Lorenzo ha già chiarito di voler restare: ad oggi, è un matrimonio che può proseguire. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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