Di Nunno infiamma la sfida contro il Lecco: «Le rondinelle non meritano di essere in B»

Chi non mastica di serie C, la figura di Paolo di Nunno l’ha scoperta all’improvviso durante l’infuocata estate. Il patròn pugliese del Lecco appartiene alla categoria dei «vulcanici» - qualunque cosa questo aggettivo davvero significhi - e tra irruzioni in campo a fine partita per protestare con gli arbitri e dichiarazioni oltre il segno - la sa comparsa sulla scena mediatica è stata dirompente.
Ce n’è stato anche per il Brescia e, soprattutto, per Massimo Cellino con un attacco frontale nella fresca era dei ricorsi. Il presidente del club di via Solferino (e quello del Perugia Santopadre) vennero accusati da parte di Di Nunno di essere «ladri»: «Ma io - ci dice il patròn del Lecco - mi scusai il giorno dopo perché nella foga e nella rabbia del momento avevo usato parole sbagliate: volevo solo dire che volevano portarmi via il titolo conquistato sul campo. Ad ogni modo per quelle parole ho anche pagato letteralmente visto che Cellino e Santopadre mi hanno denunciato il Lega e ho sborsato 4.000 euro di multa».
E adesso arriva Lecco-Brescia: il «derby delle riammesse». È dunque il momento di vedersela sul campo: «Sì, ma guardi: sono serenissimo. Per me è una partita come un’altra perché con Cellino e con il Brescia non ho niente. Se ricordate bene lo avevo anche chiamato per chiedergli lo stadio e in quella occasione ascoltai anche i suoi sfoghi. A ogni modo per me è tutto a posto al di là della denuncia in Lega. Se mi ha denunciato anche in tribunale? Beh - risponde Di Nunno - casomai in tribunale lo dovrei portare io insieme all’altro collega visti i soldi che ho dovuto spendere in avvocati...Ma lasciamo stare».
Considerazioni
Continua Di Nunno: «Cellino lo conosco da moltissimo tempo, conoscevo anche il papà: ci si incontrava spesso a Saint Vincent o Montecarlo. Tra l’altro poi Cellino che ha tante amicizie importanti coltivate negli anni come quelle con Lotito e Galliani, è stato furbo perché ha puntato più sulla Reggina e ha avuto ragione e adesso è in serie B». E non trova che visto che la Reggina, è stato ampiamente dimostrato, fosse fuori dalle regole, il Brescia in B si ritrovi meritatamente? «Detto che io mi faccio i fatti miei e penso solo alla mia squadra che per me è come dire famiglia e quindi che della Reggina e del Brescia non mi interessa, dico che la Reggina si è ritrovata tutti contro e che il Brescia secondo me la B non la merita perché è retrocesso sul campo. Comunque per me è una partita normale quella di sabato ed eventualmente non la ritengo particolare nemmeno per il fatto che si giocherà nel nostro stadio: ho speso 1.300.000 euro: non vedo perché non dovrebbero farmelo riaprire, ci mancherebbe altro. Inoltre, Cellino è ben accetto: se verrà a vedere la partita, gli stringerò volentieri la mano e sono pronto anche a offrigli da bere. Che squadra siamo? Tutti ci danno già per retrocessi, ma io credo invece che daremo filo da torcere a tutti. Che squadra è il Brescia? Del Brescia non so nulla e non mi interessa sapere. Lo ripeto: io - conclude - penso soltanto alle cose nostre e a far star bene coloro che fanno parte della mia realtà».
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