Calcio

«Come un padre» per tanti campioni: il docufilm su Carlo Mazzone

Da Calori ai Filippini a Nani fino a Schopp e Di Biagio: quanto Brescia ieri a Roma per la prima proiezione
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IL DOCUFILM SU CARLO MAZZONE
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«Come un padre». Come un grande allenatore e uomo, di pari passo. Con la sua grandezza (anche nei numeri: con 795 panchine, nessuno come lui in serie A) e «modernità» - per utilizzare una definizione di Andrea Pirlo, uno dei suoi figli calcistici prediletti - e l’innata capacità di stabilire rare connessioni umane che tuttavia sono spesso arrivate dietro al personaggio a volte addirittura ridotto a semplice macchietta.

Onore a Carlo Mazzone allora a 360 gradi e a quella figura che hanno voluto rendere il regista Alessio Di Cosimo e i produttori (tra gli autori anche il poliedrico Adriano Bacconi) di «Come un padre», il docufilm in uscita il 2 novembre sulla piattaforma Prime Video.

Biancazzurro

Spoiler: c’è tanto, tantissimo Brescia. Sono stati tre gli anni trascorsi dal «Sor Carletto» sulla panchina delle rondinelle, ma per intensità e attori di quel triennio 2000-2003, sono valsi almeno il doppio.

E resteranno impareggiabili. Anche nella storia dello stesso tecnico romano che se in carriera non è mai riuscito ad allenare una grande in senso stretto, ha certamente allenato i più grandi (compreso un esordiente Francesco Totti). E per alcuni di questi, dal citato Pirlo, ma anche naturalmente Roberto Baggio e Pep Guardiola, proprio l’incrocio bresciano con Mazzone è stato illuminante o per la carriera o da un punto di vista umano, o per entrambe le cose. Perché stato appunto «Come un padre». Perché dietro ai giocatori - mantra mazzoniano - «ci sono prima di tutto uomini e se non sta bene l’uomo non sta bene il giocatore».

Da sinistra Alessandro Calori, Adriano Bacconi, Antonio Filippini, Markus Schopp, Gianluca Nani ed Emanuele Filippini - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Alessandro Calori, Adriano Bacconi, Antonio Filippini, Markus Schopp, Gianluca Nani ed Emanuele Filippini - © www.giornaledibrescia.it

E tanto Brescia era presente ieri sera a Roma alla première di «Come un padre», al cui confezionamento ha contribuito anche Teletutto fornendo il materiale audio e video del periodo bresciano, che si è tenuta al cinema «The Space». Più che un tappeto rosso, un amarcord in biancazzurro. Voluto dalla famiglia dell’allenatore classe 1937, che per motivi di salute non ha potuto presenziare, in un progetto nel quale sono stati direttamente coinvolti il figlio Massimo (presente con la sorella Sabrina) e soprattutto la nipote che è anche attrice, Iole.

Festa

È stata una festa di famiglia ieri e di questa famiglia appunto fanno parte anche i tanti bresciani, veri o d’adozione, che ci hanno tenuto moltissimo a lasciare una loro testimonianza.

Pep Guardiola e Carlo Mazzone - © www.giornaledibrescia.it
Pep Guardiola e Carlo Mazzone - © www.giornaledibrescia.it

Nel docufilm, di una grande tenerezza, ci sono di Pep Guardiola, Roberto Baggio, Dario Hubner, Markus Schopp, Antonio ed Emanuele Filippini, Fabio Petruzzi, Gianluca Nani solo per citare i «nostri». E alcuni di essi non sono voluti mancare nemmeno ieri sera per una celebrazione in grande stile alla quale ha partecipato anche Gigi Di Biagio (che è salito sul palco al pari dei gemelli Filippini durante la presentazione alla platea), tra i fedelissimi di Mazzone al pari di Sandro Calori: «Sono stato il suo capitano - le parole di Sandrone - a Perugia e Brescia: con lui avevo un rapporto speciale. È una persona fantastica e tosta. Con noi sapeva essere anche protettivo».

Ci ha tenuto a esserci anche Schopp, arrivato appositamente dall’Austria: «Toccata e fuga - le parole dell’austriaco - perché per me era importante rendere omaggio a una persona che ha significato moltissimo sia calcisticamente che umanamente».

Poi tutti in sala, tra sorrisi nel riascoltare mister «magara» parlare di sé in terza persona e nel rivedere «quella corsa sotto la curva che non è possibile dimenticare. Per me Mazzone è quella corsa» dice un emozionato Antonio Filippini ricordando quel memorabile Brescia-Atalanta. Di fianco a lui il fratello Emanuele e non manca l'emozione misto brividi nel ricordo della morte di Vittorio Mero al quale il gemello «E» era legatissimo e per il quale riuscì a segnare a Lecce come il docufilm ricorda: «Mazzone è stato un allenatore leale, uno che sapevi non ti avrebbe mai tradito» dice Emanuele al quale fa eco l’ex diesse Gianluca Nani: «Per me Mazzone - e intanto passano le immagini di Pep e Roby - è stato sottovalutato: era in realtà un maestro di tattica e di interpretazione, di lettura delle gare.

Per me lavorare con lui e Gino Corioni è stato come frequentare l’università del calcio…Certo mi ha fatto vedere anche i sorci verdi - sorride - ma con lui era sempre tutto a fin di bene. È stato ed è un grandissimo». È stato - ed è - «Come un padre».

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