Che bello poter ritrovare le «matricole terribili»

Le retrocessioni di Cagliari e Genoa dello scorso anno hanno creato una situazione nuova in serie A e cioè l’allargamento del fronte della salvezza. I due club da quando erano tornati nel massimo campionato (i sardi nel 2016, i liguri addirittura nel 2007) si erano stabilizzati a metà classifica e la lotta per evitare la retrocessione ormai era riservata ad appena 5-6 squadre, perché anche Udinese e Sassuolo fanno parte da tempo della fascia media, assieme a Torino, Bologna, Fiorentina.
E così per i club appena saliti dalla B le prospettive non sono mai state allegre: tanto per fermarci agli ultimi campionati, nel 2019-20 – e ce lo ricordiamo bene - il Brescia tornò subito giù assieme all’altra matricola Lecce (si salvò solo il Verona), capitò lo stesso nel 2020-21 con Benevento e Crotone. Quest’anno la musica è diversa, le cosiddette «piccole» sono aumentate e la tendenza con ogni probabilità è destinata a continuare nel 2023-24 perché non è messa benissimo neppure la Sampdoria (in A ininterrottamente dal 2012) anche se Stankovic non ha dato alcun segnale di resa («Mi chiedete quante siano, da uno a dieci, le possibilità di salvezza? Io vi dico dieci»).
Insomma, il salto in A comincia a essere assorbito meglio dalle matricole anche grazie a scelte vincenti, su tutte quella dell’Empoli che da sempre si affida alle forze del vivaio, mettendo in conto anche di retrocedere. Negli ultimi dieci anni, fra salite e discese, il club toscano ha comunque disputato sei campionati di A e ha ipotecato anche la presenza al prossimo, dopo aver lanciato nel grande calcio, tra gli altri, Bennacer, Di Lorenzo, Asllani e ora ha in rampa di lancio Baldanzi. Altrettanto apprezzabile lo Spezia che resiste da 3 anni.
Nella stagione del Covid, che si concluse a estate inoltrata, vinse la finale play off di B il 20 agosto 2019, poco più di un mese dopo debuttò in A con una solenne scoppola (1-4 col Sassuolo) che fece dire all’allenatore Italiano «Siamo come un bambino nato 15 giorni fa». Eppure alla fine i liguri si salvarono, hanno ripetuto l’exploit nel 2021-22 e non sono messi poi così male adesso, nonostante il ko di Bologna.
Ha poi del sorprendente la situazione della Salernitana che nella scorsa stagione, prima dell’arrivo a febbraio di Nicola era data per spacciata con soli 13 punti in 23 partite: il nuovo allenatore (come gli era riuscito anni prima a Crotone) con un incredibile finale di campionato evitò la B grazie anche a circostanze favorevoli, perché alla fine gli bastarono solo 31 punti (quota salvezza più bassa nei tornei a 20 squadre). Imparata la lezione, il club campano in estate si è rinforzato con elementi di qualità (Piatek, Dia, Candreva) ha superato le sue burrasche (8 gol presi a Bergamo) ma venerdi sera, dopo 3 mesi di digiuno, è tornato alla vittoria in trasferta contro il Lecce nonostante qualche «gufata» di Ricky Buscaglia telecronista di Dazn («Vi avevo appena detto che Bohinen sta dando tanta tranquillità e si è subito impappinato»).
Come spalla tecnica c’era Alessandro Budel, a Brescia dal 2010 al 2016 con una breve parentesi al Torino, che ha messo l’esperienza di tanti anni da centrocampista al servizio di chi ascoltava con osservazioni interessanti. Tono di voce forse ancora un po’ monocorde, comunque decisamente preferibile alle esibizioni «muscolari» di chi crede di essere l’unico testimone di un evento eccezionale, fosse un Mondiale o una partita del campionato di serie C…
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