Calcio

Il Brescia ora perde meno, ma quanta fatica per vincere

Otto risultati utili nelle ultime 9, ma solo 2 successi: l’andamento è lento e il calendario difficile
Il Brescia dopo la gara con la Salernitana - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Il Brescia dopo la gara con la Salernitana - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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Potevo. Volevo. Dovevo. Comunque andrà, mentre siamo all’imbocco dell’ultimo terzo di strada, risulta già chiaro che questo è un altro campionato pieno di rimpianti – oltre che di paure – per il Brescia. Un Brescia che non ha edificato quando era il tempo di farlo e che ora s’ingegna come può tra lavori di muratura e stuccatura della stagione così come viene, tanto per arrivare in fondo con un tetto di serie B ancora sulla testa.

Rolando Maran - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibresc
Rolando Maran - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibresc

Le premesse (al di là di asticelle indebitamente alzate a suo tempo) non erano queste e per questo il danno, anche in tema di umori, è fatto. Per fortuna in questo campionato il gioco preferito continua a essere ciapanò. Ma l’effetto collaterale di un equilibrio mai visto (lo ripetiamo ogni anno, ma ogni anno in cadetteria ci si supera) con nessuno davvero staccato sopra (a parte le «big 3») e sotto, è la possibilità di una quota salvezza alta a dismisura.

Il quadro

Lo si avrà dopo le partite che si giocano oggi, ma intanto in tema di distanze dalla zona che scotta, il Brescia tiene (questo era già chiaro venerdì) il + 4 sulla retrocessione diretta mentre i play out sono a 2 punti con la Samp che inizia a spingere.

Cosa resta dell’anticipo di venerdì sera? Intanto una constatazione: il Brescia ora perde di rado, ma vince ancor meno. Solo due successi nelle ultime 14 partite dentro le quali si sono contati 3 ko e addirittura 9 pareggi, 7 nelle ultime 9 con 8 risultati utili. Un andamento lento, lentissimo – al di là della bomboletta d’ossigeno che è stato il blitz di Carrara – sufficiente tuttavia a galleggiare.

La gara con la Salernitana, un vero scontro diretto, è certo servita per tenere la distanza dalla terz’ultima spiaggia, ma è stata soprattutto un’occasione persa per darsi un tocco di serenità, per ritrovare quella vittoria in casa la cui mancanza rappresenta una zavorra in più in una stagione già piena di pesantezza (data dai soliti meccanismi distorti che determinano un ambiente ormai distorto) e per guadagnarsi un tesoretto sul quale «campare» con un po’ d’ansia in meno guardando un calendario che da qui alla sosta dice: capolista «schiaccia tutti» Sassuolo da affrontare fuori casa, scontro diretto a Mompiano col Südtirol, trasferta a Palermo e poi match al Rigamonti col Cesena. In serie B, specie in questa, si farà tempo a scrivere e riscrivere le sentenze 100 volte, ma è persino pleonastico sottolineare che il momento se non è decisivo è perlomeno cruciale.

Venerdì

Con i campani il Brescia avrebbe meritato. E un po’ viene da chiedersi: ma se la squadra non ha completato l’opera, e non ha segnato nemmeno un gol, contro un’avversaria così passiva per quanto qualitativa (e la squadra di Breda ha tutto per uscire dal suo limbo), allora quando? Però poi è d’obbligo pensare alle condizioni in cui la banda di Maran è arrivata alla contesa con mancanze dal peso quintalesco in ogni reparto e possibilità di scelta men che minima.

A proposito di rimpianti: la riprova non c’è, ma per quel che ha detto il campo, tra due squadre che hanno avuto entrambe – chi più chi meno – la paura di perdere, la sensazione è che con qualche cartuccia in più a disposizione, il Brescia l’avrebbe portata a casa. Ma siamo sempre lì: non facendo mercato, non colmando prima di tutto la lacuna in mezzo al campo (l’assenza di Verreth si è sentita e un sostituto nel ruolo non c’è), s’è deliberatamente e consciamente scelto di aumentare il tasso di rischio.

Poi, di pari passo è anche innegabile il fatto che la sfortuna (definirla è sempre difficile, ma quando ti tocca la riconosci) ci stia vedendo tantissimo: con meno di tre assenti, tra i titolari, di media il Brescia non è mai stato in questa stagione. Non grandi segnali. Ed è ovvio che su una rosa stra corta l’incidenza dei forfait abbia un impatto decisivo. Ma bisogna uscirne: in più in un clima di contestazione urbi et orbi. Potevo. Volevo. Dovevo. Ma c’è ancora tempo per cambiare la coniugazione in: posso, voglio, devo. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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