Calcio

Calcio femminile, l’«ItalBrescia» e il sogno Europeo

Dodici delle 23 convocate sono state biancazzurre, Cesari: «Orgoglioso, ma già con la Francia sarà dura»
La bresciana Cristiana Girelli contro la Spagna - © www.giornaledibrescia.it
La bresciana Cristiana Girelli contro la Spagna - © www.giornaledibrescia.it
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Giuseppe Cesari è stato per più di trent’anni il presidente del Brescia, ma anche tra le persone che più ha creduto nello sviluppo del calcio femminile in Italia. Non a caso ben 12 delle 23 giocatrici convocate compongono ancora, a distanza di qualche anno dalla decisione di cedere i diritti della serie A al Milan, l’ossatura della Nazionale, che domenica (ore 21, diretta Rai 1 e Sly Sport) inizia il suo cammino agli Europei d’Inghilterra contro la Francia; le altre due avversarie del girone sono Islanda e Belgio, che le azzurre affronteranno rispettivamente giovedì 14 alle 18 e lunedì 18 alle 21.

Ma chi sono le giocatrici che di formano quella che possiamo chiamare «ItalBrescia»? Si tratta di Gama, Lenzini, Linari, Giugliano, Sabatino, Girelli, Bergamaschi, Boattin, Bonansea, Cernoia, Rosucci, Giacinti. A queste va aggiunta l’allenatrice delle azzurre Milena Bertolini. E così pensando a loro, al primo impegno dell’Europeo, la decisione di sentire Cesari. E malgrado abbia lasciato da non molto anche la carica di presidente onorario al Brescia, il «titolo» viene ancora troppo naturale.

Giuseppe Cesari - © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Cesari - © www.giornaledibrescia.it

Allora presidente, seguirà le azzurre?

«Ci mancherebbe, sono ancora molto legato al mondo del calcio femminile e alle mie ragazze, che continuo a seguire con grande affetto».

Cosa c’è da aspettarsi da questa avventura europea?

«Mi auguravo che l’approdo nel femminile di società della portata di Milan, Juventus, Roma, Inter portasse ad un miglioramento consistente della qualità del calcio italiano. In effetti dei passi avanti sono stati fatti, ma secondo me non nella misura che era lecito aspettarsi. In questo momento ci sono ancora diverse squadre più forti di noi come Inghilterra, Spagna, Germania, la stessa Francia. Metterei la firma per un posto tra le prime quattro, anche se spero naturalmente di essere smentito in positivo».

Cosa bisognerebbe fare per alzare il livello della squadra?

«Vedo purtroppo che in serie A continuano ad arrivare giocatrici straniere che appesantiscono i bilanci, mentre si fa pochissimo per il settore giovanile. I grandi club dovrebbero investire di più ed in pochi anni potremmo creare davvero qualcosa di tangibile. Siamo cresciuti tatticamente e tecnicamente, ma vedo ancora troppa disparità con le altre sul piano fisico. È sotto questo aspetto che bisogna lavorare ed occorre farlo a cominciare dalle giovanili, come feci io a suo tempo al Brescia. Ricordo che quando Valentina Bergamaschi arrivò da noi dalla Svizzera mi aveva stupito per potenza atletica e costituzione. Da lì ha cominciato a costruire la sua bella carriera».

È stata proprio lei determinante nel pareggio in amichevole con la Spagna

«Che abbiamo pareggiato, ma dopo un primo tempo nel quale potevamo essere sotto di tre gol. Per questo dico che sarà difficilissimo inserirsi nelle prime posizioni, pur se i risultati di questi ultimi anni e del Mondiale in particolare sono sta-ti più che positivi».

Nell’Italia di Milena Bertolini c’è ancora molto del suo Brescia. Significa che aveva seminato molto bene

«Girelli, Bonansea, Sabatino. Sono ancora loro i pilastri di questa squadra, non c’è dubbio. Per me Cristiana deve essere sempre titolare e sono certo che se Bonansea riuscisse a convincersi una volta per tutte di essere fortissima potrebbe fare un grande Europeo. E di giocatrici rapaci in area come Sabatino ne vedo ancora poche».

Domenica c’è l’esordio con la Francia. Che partita sarà?

«Molto ma molto difficile. Davano tutti per morto il Lione ed invece ha stroncato in finale Cham-ions il Barcellona. Speriamo però di sovvertire il pronostico; per quanto mi riguarda sarò naturalmente davanti al televisore a fare il tifo per le ragazze».

Il professionismo porterà la tanto attesa svolta?

«Me lo auguro, ma c’è ancora molta strada da fare. Potrà dare più serenità alle ragazze, poi però c'è ancora da lavorare sotto tanti altri aspetti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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