Brescia-Vicenza vero big match: è anche una sfida di numeri primi

Terza contro prima. Il 3 che sfida l’1. Cioè i due numeri primi per antonomasia. Seppur, a differenza del noto romanzo di Paolo Giordano, qui la solitudine è un pregio. Un vanto. Perché gli altri numeri che identificano Brescia e Vicenza, le protagoniste - non solo per la classifica, ma pure per storia e blasone di gran lunga superiore a tutte le altre società del girone A - del big match di dopodomani (ore 14.30) al Rigamonti, parlano di predominio.
Reti
A partire da quelli dell’attacco. I capoclassifica veneti, con 27 reti all’attivo, hanno il miglior attacco del campionato. I biancazzurri di Aimo Diana con 21, sono (al pari del Lecco) il terzo miglior reparto offensivo. E se consideriamo che negli ultimi 270’ Balestrero e compagni hanno giocato di fatto senza quasi tutto l’attacco (con un solo gol segnato), questo numero acquista più valore. Valore assoluto ricopre invece il dato che riguarda la difesa: in questo caso, le due contendenti si dividono la palma di miglior reparto arretrato con soli 7 gol al passivo.
Guardiani
Un fattore che, oltre chiaramente a mettere in evidenza la solidità delle due linee e della fase difensiva applicata da biancorossi e biancazzurri, mette sugli scudi i due portieri. Perché Gori e Gagno, sono i top della categoria. Gagno (un anno nella Primavera delle rondinelle e una presenza in B con i grandi) oltretutto evoca brutti ricordi a Diana che, con un suo gol (un rinvio lunghissimo in pieno recupero che scavalcò il portiere dell’Imolese fuori dai pali, aiutato da vento e rimbalzo della palla) alla terzultima giornata di campionato, diede nel 2022 la promozione diretta in B dei canarini beffando sul filo di lana la Reggiana guidata dal tecnico di Poncarale. Otto volte a porta inviolata fin qui per l’estremo del Brescia, sette per quello del «Lane». Al massimo un gol preso a gara, se si escludono, nel caso di Gori, i due incassati nella prima giornata con l’Arzignano.
Distacco
Eppure, Vicenza e Brescia sono divise da ben dieci punti. Un’anomalia che trova però la sua spiegazione in quei sei gol in più che l’attacco degli uomini di Gallo ha messo a referto. Sono infatti ben otto (su dodici vinte) le partite che i veneti hanno portato a casa con un solo gol di scarto.
Come a dire: la massima resa con il minimo sforzo. E oltretutto, 4 di quei gol decisivi per i tre punti, sono arrivati nei finali. Segno di buona sorte, ma soprattutto di perseveranza e determinazione. Doti indispensabili per incamerare vittorie non sempre strameritate o arrivate dominando in lungo e in largo. Per una squadra che ha perso gli unici quattro punti sui 42 a disposizione proprio in trasferta - due con l’Ospitaletto (0-0 sul neutro del Turina) e due con il Trento (1-1 al Briamasco) - pur viaggiando con una media esterna di 2,33 punti a gara (solo 6 contro le 8, tutte vinte, al Menti). Mentre il Brescia è stato decisamente meno performante al Rigamonti (1,57 di media) - dove ha perso gli unici due match - rispetto ai viaggi (5 vittorie e due pari). Chiudiamo con altri due numeri primi: 7 e 1. Sono gli indisponibili di Brescia e Vicenza. Serviranno testa e cuore per scacciare la solitudine.
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