Brescia, un’andata caratterizzata da un mare d’infortuni

In un oceano di incertezze, in un ambiente che abbiamo già avuto modo di definire a pezzi e che non si capisce da chi e come possa essere ricostruito se prima di tutto dall’interno quella che viene riflessa sull’esterno è il contrario - e fedele specchio dello stato d’animo al ribasso di Massimo Cellino - dell’immagine di una ferrea unità d’intenti, l’unica cosa sicura è che Alfredo Aglietti è chiamato a tutto il sangue freddo di cui è capace per riuscire a tenere sotto controllo - e in qualche modo a «ri-seminare» - il perimetro del campo.
A prescindere da come evolverà il mercato, da se e come evolverà la questione societaria, i giorni della sosta che poi porteranno all’appuntamento del 15 gennaio in casa del Südtirol, sono assolutamente preziosi e rappresentano un’occasione da cercare di sfruttare al meglio.
La conta
Possiamo immaginare che Aglietti e il suo staff (il vice Cesar e il preparatore atletico Sorbello) stiano esaminando i dati fisici di una squadra che nell’ultimo periodo ha evidenziato anche deficit d’ossigeno. I dati serviranno per capire se è vero o se le difficoltà delle gambe sono state indotte dalle difficoltà nella testa. Ma c’è un dato incontrovertibile e inconfutabile: è quello che riguarda l’altissimo numero di infortuni che sono stati la spina nel fianco del Brescia nel girone d’andata.
Una costante che purtroppo ha inciso parecchio perché quasi scientificamente ha di volta in volta estromesso dai giochi pedine perlopiù strategiche e che sarebbero state decisive per riuscire a dare un’impronta identitaria.
Non è mancata la sfortuna e ne sanno benissimo qualcosa Andrea Cistana - rimasto vittima di «eventi da gioco» tra l’essere stato travolto in uscita da Lezzerini e l’ultimo lungo stop causa caviglia - e Massimo Bertagnoli che ha patito a sua volta un infortunio traumatico che ha sancito per il centrocampista la fine della stagione. Ma per il resto, non può essere acceso un focus sulla casistica degli infortuni muscolari.
Con il bisogno di andare a fondo per comprendere le cause del susseguirsi di tanti stop legati a determinate problematiche. Un guaio muscolare aveva fatto saltare tutta la preparazione a Huard poi impiegato alla prima partita col Südtirol e subito vittima di una ricaduta che lo ha costretto a un ulteriore mese abbondante di stop. E un altro infortunio muscolare il terzino francese lo ha subito di recente con altri 4 turni di stop conteggiati.
Per piccoli guai muscolari anche Karacic ha salto in tutto 5 gare (tre consecutive) prima dei mondiali e 4 ne hanno saltate Van de Looi (infortunatosi a Frosinone) e Bisoli (out dopo 45’ con la Spal). Tre le ha saltate Benali (nel suo caso però gli ultimi tempi sono stati fisicamente tribolati), un paio Jallow, una e mezza Ndoj. Non è un caso che a Clotet tra le altre cose sia stata imputata anche una non buona gestione degli infortuni e non è altrettanto un caso a questo punto che sia stato esonerato anche il preparatore atletico, Sciuto, che oltretutto non è uomo di Clotet, ma era in organigramma come uomo della società.
Anche da questo punto di vista si è deciso di provare a cambiare un metodo che a suo tempo, interrogato proprio sull’alto numero di infortuni, il diesse Perinetti definì «un metodo con ritmi ai quali i giocatori non sono ancora abituati». Vedremo se anche un diverso lavoro sul piano fisico dopo i necessari giorni di riposo, sarà una chiave da girare per far ripartire davvero il Brescia.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
