Calcio

Brescia, tra Cheddira e Bianchi sfida tra i bomber d’area di rigore

Bari-Brescia di sabato virà anche sul duello tra le due punte, in gol solo nei sedici metri avversari
Flavio Bianchi - © www.giornaledibrescia.it
Flavio Bianchi - © www.giornaledibrescia.it
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Sono i «signori dell’area di rigore», il loro regno è racchiuso tra 16 metri e cinquanta per 40,32. Walid Cheddira e Flavio Bianchi sono gli attaccanti «on fire» di Bari e Brescia, quella tra di loro una delle tante sfide che andranno in scena sabato dalle 14 al San Nicola. Il primo è il capocannoniere della serie B con cinque centri in sei partite: un inizio d’anno pazzesco completato da altrettanti gol nelle due sfide in Coppa Italia.

Il secondo di reti ne ha realizzate tre (più una in Coppa Italia) in cinque presenze: ha chiuso la gara col Südtirol, ha messo il sigillo al Braglia di Modena, ha regalato tre punti pesantissimi prima della sosta stendendo il Benevento. A loro modo indispensabili, sicuramente da non perdere d’occhio quando entrano in area. Perchè sanno fare male.

Cheddira è sicuramente sul podio nella categoria «sorprese di inizio stagione». Il suo contributo alla promozione in serie A del Bari è stato di sei gol, non certo quindi del bomber che trascina. Meglio aveva fatto a Mantova (9 centri) nel 2020/21, ma nessuno aveva mai pensato di fare follie per assicurarselo. Poi però qualcosa è scattato prima dell’estate nella testa dell’attaccante, sono bastate le due partite di Coppa Italia per capirlo: due gol a fine luglio nel 3-0 al Padova, tre nella quaterna del 7 agosto dei galletti al Bentegodi contro il Verona.

Due assist alla prima giornata nel 2-2 contro il Parma, prima di aprire la striscia dei cinque gol di fila contro Palermo, Perugia, Spal, Cosenza e Cagliari. Con queste due ultime sfide decise proprio dalle marcature di Cheddira, ormai idolo assoluto di Bari. Lui, nato a Loreto ma marocchino, che ha scelto a settembre di vestire la maglia della nazionale allenata da Hoalid Regragui e adesso sogna una convocazione per il Mondiale in Qatar. A cui il Bari, a malincuore, direbbe ovviamente sì. Classe 2000.

In Fabio Bianchi il Brescia ci ha creduto quasi un anno fa, nel ricco mercato di gennaio, decidendo di prendere l’attaccante a titolo definitivo. Il classico giocatore dal quale, quando è in area di rigore, non sai mai cosa aspettarti, avendo i colpi della punta che ha qualcosa in più, che «annusa» la porta, che la vede anche se fosse bendato mentre calcia. Clotet lo sta «dosando»: titolare nelle prime due uscite contro Südtirol (in gol) e Frosinone, 25 minuti a Como, il Perugia visto dalla panchina, 31 minuti totali tra Modena e Benevento, ma impreziositi dal rigore trasformato al Braglia sotto la traversa e dalla rete contro il Benevento con tuffo tra i tifosi della Nord.

E se Cheddira ha la striscia aperta da 5 partite, Bianchi ce l’ha da due partendo dalla panchina, quindi con minutaggio ridotto. Sabato al San Nicola potrebbe tornare nell’undici titolare o essere ancora l’arma da giocarsi a gara in corso e, vista l’importanza della partita, Clotet non vuole scoprire del tutto le carte, ogni minimo particolare può essere decisivo. Anche un pallone vagante in area di rigore, quello che Bianchi come Cheddira sa trasformare spesso in oro. D’altronde, è lì che entrambi comandano e hanno fatto per ora le fortune di Brescia e Bari.

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