Il senso del tifo di Omar Pedrini per il Brescia, in un podcast

Il chitarrista e colonna dei Timoria racconta su Rai Play Sound cosa significhi tifare e andare al Rigamonti: «Curva Nord nacque dopo una trasferta ad Avellino in pullman»
Omar Pedrini fuori dallo stadio prima di una partita del Brescia - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
Omar Pedrini fuori dallo stadio prima di una partita del Brescia - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
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La passione è il motore di tante dinamiche della vita, figuriamoci quanto possa essere predominante per un tifoso che pensa alla sua squadra nel cuore. Nasce da questo presupposto il podcast disponibile su Rai Play Sound «Prendo la sciarpa e vengo da te» di Michele Bitossi e passa attraverso questo concetto la chiacchierata con Omar Pedrini. Al centro, inevitabilmente, il Brescia.

Con quel biancoblù che non è solo parte del titolo di una canzone rimasta per anni inno delle rondinelle allo stadio (siamo sinceri, un po’ lo è ancora), ma il colore del sangue che scorre nelle vene della colonna dei Timoria. Che per spiegare cosa sia stata e in fondo sia per lui il rapporto con il Brescia e con la Curva Nord, parte da un lontanissimo Como-Brescia che si perde nella notte dei tempi. «Dopo quella partita provai la sensazione di un "massaggio" della celere nella camionetta. La sera avevo un concerto a San Colombano al Lambro, quando arrivai lo storico bassista dei Timoria Illorca mi disse: "Omar ma chi te lo fa fare?". "La passione" fu l’unica cosa che seppi rispondergli».

Quando tutto è cominciato

Il rocker bresciano sugli spalti del Rigamonti nel 2014 - Foto New Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
Il rocker bresciano sugli spalti del Rigamonti nel 2014 - Foto New Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it

La quarantina di minuti di chiacchierata spazia tra Pedrini che cresce ad Urago Mella, vede come «miti» i capi della curva che girano in quartiere e li indica col dito, e quello che a 14 anni fa il suo ingresso in curva. «Prima andavo con mio padre, ricordo che stavo sulle sua ginocchia e avevo Egidio Salvi come mito.Poi arrivò il motorino, andai per la prima volta da solo in Nord e dissi a me stesso "è fatta". Era un Brescia-Verona di inizio gennaio dell’80: fu una botta emotiva incredibile tra tifo, coreografie e cori. Ero davanti a qualcosa di unico a pochi chilometri da casa».

Accanto alla passione ultrà c’è quella per il rock che alla fine prende il sopravvento, ma dentro il «fuoco» resta, quello non può spegnersi. «La canzone Curva Nord nacque dopo una trasferta ad Avellino in cui si ruppe il pullman e arrivammo a piedi al Partenio, non senza qualche scontro con i tifosi di casa. Oggi a Milano sono una mosca bianca tra tifosi di Milan, Inter, Juventus e Atalanta: però resta ancora quel qualcosa che ti fa tirare il telecomando contro la tv se danno un rigore contro le rondinelle».

La passione quindi, nata nel tempo con giocatori come Baggio, Pirlo, Guardiola, Gritti, Hubner, o allenatori come Simoni, Lucescu e Mazzone. «Oggi sono legato a Bisoli, una bandiera: avere ogni anno la sua maglia è un onore».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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