Calcio

Brescia, riecco Pippo Inzaghi: contro il Pisa una sfida ricca di ex

I toscani, trascinati da Moreo e Tramoni, cercano punti per conquistare la promozione in serie A
Pippo Inzaghi con Maran - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Pippo Inzaghi con Maran - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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«Sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete». Si concludeva così la lettera aperta d’addio di Pippo Inzaghi al Brescia nel marzo del 2022 quasi in coda a una stagione nella quale le rondinelle, che chiusero con Eugenio Corini alla guida, non andarono in serie A per un punto e nella quale in precedenza il tecnico piacentino era già stato esonerato una prima volta salvo poi essere richiamato nel giro di poche ore perché nel contratto c’era una clausola che impediva a Cellino di cacciarlo con la squadra in piena zona play off. Fu qualcosa di incredibile.

Tre anni dopo, l’epilogo di quella lettera – un po’ un auto buon auspicio, un po’ un «anatema» – è realtà. Pippo Inzaghi, che dopo il Brescia sarebbe passato anche dall’inferno della Reggina ha ritrovato a Pisa le condizioni ideali per allenare e vincere, e mettere sul campo tutto il meglio del suo management emotivo: a livello di empatia, di capacità di far breccia nel gruppo trasmettendo un’impareggiabile passione, l’allenatore piacentino è oggettivamente inarrivabile.

La qualità dei toscani

Il tutto, in Toscana, ha poi fatto match con una rosa decisamente molto molto forte e qualitativamente variegata. Per contro, anche la ruota del Brescia è girata: ma al contrario. E per la seconda volta nelle ultime tre stagioni, i biancazzurri si ritrovano a tu per tu con la paura come punto di caduta di questa presidenza.

Tramoni e Moreo, qui in biancazzurro - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Tramoni e Moreo, qui in biancazzurro - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Sta di fatto che Inzaghi, il quale a Brescia città è rimasto legato a doppia mandata (ha comprato casa e una volta ultimati i lavori farà base qui con la sua famiglia e inoltre è qui che sono nati entrambi i suoi bimbi), arriverà a Mompiano per la sua seconda volta da ex in una posizione di grande forza e determinato a mettere in cascina quei punti che possono avvicinare sempre più lui e i suoi a una missione serie A che è solo da finire di confezionare in coda a una stagione nella quale il tecnico di Piacenza ha esaltato al massimo altri due ex (in un elenco che comprende anche Antonio Caracciolo, Arturo Calabresi, Mehdi Léris – infortunato – e Alessio Castellini) Brescia come Stefano Moreo e Matteo Tramoni.

In condizione

Due giocatori che con Inzaghi evidentemente sono in totale connessione. L’attaccante milanese, peraltro come Bisoli diventato papà da pochi giorni, è tornato a essere quel trascinatore che fu in quel Brescia quando segnò il suo record personale di gol: chiuse a 10. In questa stagione è fermo a 6 reti, ma in compenso ha sfornato anche 6 assist.

Come tanti altri prima e dopo lui, Moreo non fu trattato bene qui e l’anno seguente, che per lui fu in sofferenza, venne messo in condizione (pesarono anche condizioni contrattuali e promesse non mantenute) di volersene andare. Tramoni, già giustiziere del Brescia all’andata (con un gol irregolarissimo a togliere alle rondinelle un punto che avrebbero meritato: fu quello tra i primi di tanti altri torti a seguire), è già volato a quota 12 centri più 2 assist.

Il 2000 già a Brescia in quella che fu la sua prima stagione importante si segnalò con 7 centri, ma a fine stagione Cellino che pure ebbe l’intuizione di prenderlo perché lo seguiva da quando era un perfetto sconosciuto, non ebbe la forza o la voglia di riscattarlo dal Cagliari. Il resto è storia mentre le ruote girano e il Brescia tenta, disperatamente, di far inceppare quella del Pisa e di dare lo slancio giusto alla propria.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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