Calcio

Brescia, non c’è fine al caos: reintegrati Inzaghi e il suo staff

La mossa di Cellino dopo la mancata conciliazione col tecnico di Piacenza. Ma il futuro è Clotet
Massimo Cellino e Pippo Inzaghi - © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino e Pippo Inzaghi - © www.giornaledibrescia.it
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Tra la rivoluzione e la restaurazione: è un continuo rimbalzo tra questi due estremi che si consuma la gestione - sempre uguale a se stessa, come in un loop infinito - di Massimo Cellino. L’ipotesi che avevamo ventilato ieri, quella di una possibilità di reintegro per Pippo Inzaghi dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, alla fine è uscita dai confini della fantascienza per trasformarsi in scienza esatta: quella di un braccio di ferro, legale, che si gioca non su livelli muscolari, bensì nell’ambito di una sottilissima, delicatissima e rischiosissima - guerra di nervi.

Sull’altare della quale il momento dei saluti di fine anno si è trasformato in una mezz’oretta surreale con l’assenza di chi ha accompagnato la squadra nel finale di stagione, Eugenio Corini e Francesco Marroccu, ma alla presenza di colui che la squadra l’aveva tenuta in mano per 31 giornate. Appunto, Inzaghi. Ci risiamo. Immersi fino al collo dentro un caos organizzato. Ma come stupirsi? Il fine stagione divenne un bagno di sangue dopo la promozione conseguita nel 2019, come sarebbe potuto filare tutto liscio dopo una mancata promozione vissuta con lo stato d’animo di una retrocessione?

Storia al capolinea tra Cellino e Marroccu - © www.giornaledibrescia.it
Storia al capolinea tra Cellino e Marroccu - © www.giornaledibrescia.it

Mancano comunicazioni ufficiali di qualsiasi natura, ma ieri mattina, Eugenio Corini - finito un’altra volta scottato, stavolta per una coraggiosa scelta di puro cuore - è stato esonerato. Con lui il suo staff. Un passo che a quel punto apriva altrettanto ufficialmente la porta alla possibilità che sul serio Inzaghi e i suoi uomini potessero essere convocati, nel loro caso formalmente reintegrati, per il «rompete le righe» di Torbole, probabilmente non a caso - a questo punto - fatto slittare dal martedì al giovedì, ovvero il giorno dopo l’appuntamento tra avvocati per tentare una conciliazione con mister Pippo che dopo l’esonero del 23 marzo, così come aveva fatto in febbraio facendo valere la clausola cosiddetta «antiesonero» aveva chiesto il reintegro e in subordine un risarcimento danni. Ma un'intesa sul fronte economico non è stata trovata e Cellino ha così deciso per la mossa del reintegro (mossa non nuova in senso assoluto: avvenne con i collaboratori di Grosso e anche con quelli di Corini stesso a suo tempo).

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Inzaghi e i suoi, che si sono sempre tenuti pronti in questi mesi - alcuni di loro, come lo stesso tecnico sono rimasti a vivere a Brescia - hanno risposto presente e armati del miglior sorriso si sono presentati a Torbole al cospetto di una squadra che, ormai abituata a tutto e che nel frattempo era stata salutata sia da Corini che Marroccu (una telefonata con Cellino nella notte tra mercoledì e ieri ha rotto l’impasse e ieri il dirigente ha ottenuto di non essere a Torbole), non ha battuto ciglio e anzi ha volentieri rivisto il tecnico.

Pep Clotet - © www.giornaledibrescia.it
Pep Clotet - © www.giornaledibrescia.it

Ma in tutto questo Inzaghi sarà il prossimo allenatore del Brescia? No. Anche se resta da capire fino a che punto Cellino e lo stesso tecnico saranno disposti a spingersi. E fino a quando: qui il rischio è di compromettere le basi della nuova stagione. Si scherza con il fuoco: perché se Cellino è deciso a non darla vinta a Inzaghi (ieri sera in tribuna a Monza), vale anche il viceversa. C’è da capire chi cederà per primo, semmai qualcuno cederà. A ogni modo il prescelto, già da tempo, è il catalano Pep Clotet che tornerà con Gastaldello: stanno già stendendo i piani che riguardano il Brescia, con una squadra che avrà al centro i giovani, e anche lunedì erano a Desenzano a pranzo con Cellino per parlare di futuro. Al quale si fa fatica a guardare, dentro un presente consacrato a un regolamento di conti. Con buona pace, un’altra volta, dell’immagine che subisce un altro colpo da ko.

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