Calcio

Brescia, Maraner: «Con un po’ di fortuna si poteva vincere»

Giornata da allenatore in prima per il vice di Maran, oggi squalificato. La gioia di Avella dopo l’esordio con la Reggiana: «Tanta fiducia dai compagni, ho trovato una società spettacolare»
Il vice di Maran, Christian Maraner - New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il vice di Maran, Christian Maraner - New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Un esordio (da allenatore in prima) bagnato, ma non completamente fortunato. Senza lo squalificato Maran, è toccato al vice Christian Maraner telecomandare il Brescia da bordocampo nel match di questo pomeriggio contro la Reggiana: «Mi è capitato altre volte in passato, fa parte del mio ruolo» le sue parole nel dopo-partita. «Sapevamo quante insidie nascondesse questa partita: nel primo tempo abbiamo esercitato una buona pressione, mentre nel secondo siamo andati un po’ in difficoltà. I ragazzi, però, sono sempre attaccati all’osso: hanno lottato fino alla fine, e con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto vincerla».

Un pareggio che, secondo Maraner, «fa parte del percorso che abbiamo intrapreso da qualche mese. A volte quando non puoi vincere è importante non perdere: la maturità di una squadra si esprime anche in questo modo».

La vera nota stonata di giornata è l’infortunio di Andrenacci: «Si parla di un trauma contusivo alla spalla, dovremo valutarlo nei prossimi giorni» spiega Maraner. Che poi tesse le lodi di Avella, oggi all’esordio in biancazzurro: «Non era facile entrare in una partita così, e in un clima così. È stato bravo a farsi trovare pronto».

Le parole di Avella

Dopo Maraner è il turno proprio dell’estremo difensore: «Fare subito quell’intervento sul tiro di Melegoni è stato importante, ma a darmi fiducia sono stati soprattutto i compagni e il preparatore dei portieri».

Avella dedica un pensiero ad Andrenacci, uscito ammaccato dopo una collisione violenta con Antiste: «Merita il meglio, spero non sia niente di grave per lui». Sul suo arrivo a Brescia a gennaio, Avella racconta di aver «trovato una società spettacolare, una piazza bellissima con un tifo stupendo, per non parlare dei miei compagni». E quando gli viene chiesto a chi si ispiri, la risposta è tutto fuorché banale: «Ho sempre seguito con particolare attenzione Cragno». Uno che, come lui, la maglia del Brescia l’ha indossata.

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