Calcio

Brescia, l’incredibile rivincita della difesa

La retroguardia delle rondinelle incompleta è sempre nel mirino, ma è la terza migliore del campionato di serie B
Davide Adorni è partito nella formazione titolare - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Davide Adorni è partito nella formazione titolare - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Tu chiedi a un tifoso del Brescia qual è il suo incubo ricorrente da un tot di anni a questa parte e ti risponderà: la difesa. E infatti, se allo stesso tifoso chiedi anche che cosa lo abbia fatto rimanere male del non mercato del Brescia, ti risponderà: il mancato innesto di almeno una pedina dietro. Che in effetti manca, ad una coperta che dalle parti basse, quelle davanti al portiere, resta pericolosamente corta. Con giocatori contati. E se poi all’appello per infortunio manca il tuo pezzo da novanta...

C’è il percepito - retroguardia non all’altezza - e poi c’è il reale: la difesa del Brescia, con 23 gol subiti, è la terza del campionato di serie B. Solo Cremonese e Parma hanno fatto meglio. Quindi, riassumendo, la difesa è il tallone d’Achille della banda biancazzurra e allo stesso tempo rappresenta una certezza. Com’è questa storia? È semplicemente una delle tante contraddizioni che negli ultimi anni contraddistinguono la squadra.

Il trend di un Brescia più certo di sé dietro, rispetto all’ultima sciagurata stagione aveva iniziato a cambiare a partire da questo campionato, con un incoraggiante biglietto d’ingresso da quattro partite senza subire gol nella gestione Gastaldello sotto il cui cappello di 12 gare, la squadra avrebbe poi subito altrettanti gol pur in un ruolino con 5 uscite totali senza incassare reti.

Considerazioni

Sotto il cappello di Maran - 11 partite fino a qui con lui - sono stati altrettanto i gol incassati passando tra l’altro anche da un avvicendamento obbligato tra i pali Lezzerini-Andrenacci (l’infortunio al titolare capitò peraltro proprio in occasione della partita con il Como all’andata) e dalla perdita di Andrea Cistana nelle ultime tre partite e che dovrebbe rivedere il campo in occasione della trasferta contro la Sampdoria il 17 febbraio prossimo.

Là dietro i giocatori sono gli stessi della passata stagione: sono coloro che subirono la bruttezza di 57 gol e che pure Cellino riconfermò in gruppo senza pensare ad alcun ritocco o innesto di esperienza. Limitandosi a sdoganare la possibilità di affidarsi a una difesa a tre che fino agli albori di questo campionato da queste parti rappresentava un immotivato tassativo divieto. Iniziò a ricorrervi già Gastaldello prima di Maran che però ora è tornato – si vedrà cosa deciderà di fare dopo il rientro di Cistana – al classico e tradizionale «quattro» che non altera però i meccanismi d’attacco di squadra. Quelli che devono ulteriormente decollare e che fanno davvero la differenza a protezione di una retroguardia ancora troppo soggetta a grossolani errori dei singoli: c’è bisogno del funzionamento perfetto di meccanismi di sistema per non far trovare nudi, non soli davanti alle responsabilità degli ultimi passaggi altrui, gli interpreti della retroguardia.

Il ruolo di Cistana

È un Brescia che subisce in media tendenzialmente poco, ma che in quel poco sbaglia comunque ancora troppo e la tendenziale, anche qui, banalità della tipologia delle reti subite, sconcerta. Non è un falso mito quello che vuole Cistana come determinante per spostare gli equilibri di squadra. Non è che con lui il campo il Brescia non prenda mai gol (14 in sua presenza), ma il fatto è che senza di lui, semplicemente, non arrivano punti: appena 4 in 8 gare con lui al palo. Il fatto è che con lui la squadra gioca in maniera diversa e ha quella sostanza - oltre che la leadership che fa sentire i compagni di reparto più saldi - che serve anche per rimediare a errori e svarioni dietro.

È una retroguardia che ultimamente ha avuto in Mangraviti un soggetto al ribasso e nel quale anche Andrenacci non era impeccabile mentre per contro Adorni è cresciuto e ormai stabile nello standard di prestazioni affidabili e anche Papetti al netto di qualche piccolo black out nelle gare è piuttosto continuo.

La gara col Cittadella è servita, al di là dell’importanza di aver scansato il pericolo «braccino», per abbattere altri tabù: prima vittoria senza Cistana peraltro chiudendo in bianco e solida prestazione di Andrenacci. Una rivincita per una difesa tallone d’Achille eppure da podio.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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