Brescia, Genoa col minimo sforzo al Rigamonti: i numeri di un gap troppo grande

È bastato poco. Il minimo sindacale. È un film ricorrente di questo campionato: il Brescia che s’industria e le prova tutte per cercare il bandolo della matassa, e l’avversario che, quasi senza sforzo, raccoglie il bottino pieno. Se quell’avversario si chiama Genoa, poi, il passivo rischia di essere ancora più pesante.
E così è stato: un 3-0 senza storia, di manifesta superiorità. Non nei numeri (forniti da Kama Sport), che inquadrano lo sforzo profuso dalla squadra di Gastaldello.
È proprio questo il punto: anche spingendosi al limite, il gap resta incolmabile. Un SOS che fende l’aria appesantita dal pericolo sempre più concreto della C: questo Brescia, con alcune squadre, semplicemente non può competere.
Minimo sforzo...
Non esageriamo dicendo che al Genoa è bastato (e avanzato) svolgere il «compitino». Due dati su tutti: sabato i liguri hanno chiuso con il 49.26% del possesso. Poca roba per chi in B svetta su tutti proprio in questa statistica. È appena la terza volta in stagione che la squadra di Gilardino chiude in inferiorità in questo parametro. C’è di più, perché il baricentro medio del Grifone si è attestato a 44 metri, 10 in meno rispetto al Brescia. E per chiudere il cerchio, il possesso offensivo non ha superato il 27.78%. Pochissimo. I biancazzurri, che pure hanno faticato enormemente a trovar sbocchi, si sono spinti fino al 41.09%
...massima resa
Il volume di gioco del Genoa è stato sostanzialmente ridotto all’osso. Lo si evince anche dal dato sui tiri: 9 in totale, contro i 12 del Brescia. 5 a testa, invece, le conclusioni in porta. Equilibrio sostanziale anche nel computo delle occasioni: 4 quelle costruite dai rossoblù, 3 quelle delle rondinelle. La linea di demarcazione è la solita: il Genoa ha saputo attingere da un killer instinct che in casa Brescia, oggi, è completamente prosciugato. Pur avendo imbastito relativamente poche chance, i liguri hanno fatto registrare un indice di gol attesi del 2.09. Più del doppio rispetto allo 0.71 bresciano, il più basso di questo marzo dopo il picco stagionale toccato a Venezia. Il passo indietro è netto.
Genoa più attento in difesa
La sintesi che si ricava, volendo banalizzare il concetto, è che il Brescia abbia provato a giocare da «grande» contro un Genoa «piccolo» soltanto nell’atteggiamento. Non è una diminutio, l’opposto: la squadra di Gilardino ha fatto quel che doveva. E con straordinaria efficacia. Vigilando con più accortezza in fase di non possesso, requisito che sarebbe stato lecito attendersi dalla formazione meno dotata tecnicamente: i rossoblù hanno recuperato più palloni (53 a 41) e ne hanno intercettati di più (43 a 28). Lupi travestiti da agnelli, che hanno svestito la maschera nel momento più opportuno. Il Brescia, invece, continua a scontrarsi con i propri limiti.
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