Calcio

Brescia da montagne russe: dall’incubo al rilancio in gran stile

È davvero molto difficile riuscire ad etichettare quello che è stato l’anno solare 2021 del Brescia
Il Brescia vuole dimenticare le fresche delusioni e tornare nel calcio che conta - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Il Brescia vuole dimenticare le fresche delusioni e tornare nel calcio che conta - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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È davvero molto difficile riuscire ad etichettare quello che è stato l’anno solare 2021 del Brescia. È stato così pieno di contraddizioni e di emozioni in antitesi tra loro, che forse potremmo definirlo dinamico: come solo le montagne russe possono esserlo. È questa certamente un’immagine abusata, ma resta che siamo passati dal bassissimo di un tredicesimo posto, a un picco da primo posto in questa stagione: e a cavallo di due annate sportive, è davvero successo di tutto e di più.

Tra scossoni e terremoti: ovvero il pane quotidiano di Massimo Cellino.

Lo score

Il Brescia ha chiuso questo anno solare (monco di due partite, rinviate) con 69 punti in 40 partite: nessuno in categoria ha fatto di meglio. Un dato che ha semplicemente dell’incredibile se si pensa che per le rondinelle, la paura di dover lottare per evitare la retrocessione in serie C a un certo punto, nella scorsa stagione era stata tangibile. E nessuno la nascondeva: troppe le problematiche, troppa l’instabilità di una panchina passata da Delneri a Lopez a Dionigi e per finire a Clotet passando per due parentesi con Gastaldello. La rimonta in chiave play off da febbraio in poi, ebbe dell’inverosimile con una media di due punti a partita circa.

Una media grosso modo tenuta anche dal Brescia stagione in corso guidato da Inzaghi scelto per un rilancio in grande stile passato anche da un profondo rinnovamento della rosa: e per cancellare gli errori del fresco passato, a ottobre Cellino ha effettuato anche la «restaurazione» dirigenziale richiamando con sé Francesco Marroccu. Dalla paura degli abissi della C, al sogno di tornare in serie A: sono sempre montagne russe.

Girandole in panchina

Il 2021 è stato un anno carico di emozioni, brutte e belle, e - in pieno Cellino style - pieno di scossoni. Che hanno fatto prima traballare e poi crollare panchine. L’anno solare era iniziato con Davide Dionigi al timone. A sua volta il tecnico di Reggio Emilia, era subentrato in dicembre a Diego Lopez. Buono l’impatto con una vittoria contro la capolista Salernitana e con un ruolino di tre vittorie, altrettante sconfitte e due pareggi, poco oltre la metà di gennaio - a grande sorpresa - si guadagnò il rinnovo di contratto fino al 2022. Salvo poi essere esonerato il 3 febbraio dopo i ko con Monza e Ascoli e soprattutto a mercato finito senza che riuscisse a incidere nelle operazioni. 

Per una partita, quella casalinga contro il Cittadella (il rocambolesco 3-3 casalingo del 6 febbraio) venne sostituito dal collaboratore tecnico Daniele Gastaldello (che già fece da ponte tra Lopez e Dionigi a Cremona l’8 dicembre precedente) prima che iniziasse l’era di Pep Clotet, il prescelto da Massimo Cellino per raddrizzare una barca, quella del Brescia, che dava l’idea di potersi inabissare dentro una lotta per la salvezza.

Clotet venne accolto con estrema diffidenza, che seppe sconfiggere con un ruolino di 34 punti in 17 gare. Decise poi di non rimanere e per sostituirlo un piccato Cellino decise di rilanciare in grande scegliendo Pippo Inzaghi.

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