Calcio

Brescia, con il Como occhio all'«effetto Südtirol». Servono risposte dall'attacco

Al Rigamonti un altro avversario da attesa e ripartenza. Dati offensivi in miglioramento col Frosinone, ma ora più che mai serve incisività
Lezzerini neutralizza il rigore di Mazzocchi contro il Sudtirol - © www.giornaledibrescia.it
Lezzerini neutralizza il rigore di Mazzocchi contro il Sudtirol - © www.giornaledibrescia.it
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Occhio all’effetto Südtirol. Domani al Rigamonti arriva il Como, squadra da «reazione», più che da «azione». In serie B soltanto tre formazioni tengono palla meno dei lariani: una di queste è proprio quella guidata da Bisoli, che un paio di settimane fa ha regolato il Brescia senza tambureggiare, ma «sgonfiando» la pericolosità offensiva avversaria con un’attesa paziente e una capacità abrasiva di colpire al momento opportuno.

Il filone che i ragazzi di Longo proveranno a seguire sarà pressappoco questo: lo suggerisce il dato sul baricentro medio delle sfidanti (50.3 metri quello del Brescia, 48.53 quello del Como, fonte Kama Sport), ma anche quello sul possesso medio (50.91% contro 47.37%).

Ai biancazzurri verrà deliberatamente concesso il pallino, la differenza starà nel saper essere voluminosi, e non piatti. Contro il Frosinone qualche segnale c’è stato: sviluppo più verticale, maggiore incisività nei dribbling, una frequenza di occasioni da gol pari a 4 minuti e 57 secondi, ben al di sotto dei quasi 7 di media in campionato. Con il Südtirol questo dato era «esploso» (in negativo), arrivando a intervalli di ben 17 minuti per organizzare un’offensiva propriamente detta. Dunque un cenno di ripresa s’è avvertito, lo scorso weekend, ma ora occorre alimentarlo e farlo sedimentare.

Difese vulnerabili e «mal comune» tra i pali

La previsione più ovvia è quella di una gara aperta, non da porte inviolate: si affrontano la terza (Brescia) e la seconda (Como) peggior difesa del torneo (30 reti incassate contro 31). Incrociando la percentuale di tiri salvati del duo Lezzerini-Andrenacci da un lato e di quello Ghidotti-Vigorito dall’altro emerge una certa vulnerabilità tra i pali, che si traduce nel terzultimo (65.91%) e quartultimo (66.67%) dato in serie B.

Il Como subisce mediamente più conclusioni (13 a 11) e concede più occasioni (5.38 contro 4.95), ma nelle ultime gare ha mostrato miglioramenti sotto questo profilo: il paradosso, semmai, è che quasi la metà dei gol (2 su 5) incassati negli ultimi cinque turni sia arrivata nella gara in cui ha concesso meno tiri (7) e meno chance (3), quella contro il Cagliari. A livello offensivo la forbice s’inverte: la squadra di Longo ha segnato complessivamente più gol (24 a 21), gioca più palloni in area avversaria (18.43 a 14.33), verticalizza maggiormente (48.17% sul totale contro il 46.52% del Brescia) e sintetizza tutte queste componenti in un indice di gol attesi dell’1.34, a fronte dell’1.09 delle rondinelle. Nei passaggi chiave riusciti (3.33 a gara) soltanto il Genoa fa meglio, e il Como si posiziona sul secondo gradino di un podio chiuso dal Frosinone. «Vicini» illustri. Il Brescia osserva dalla platea, con un 1.9 che vale la quintultima posizione.

Occhio, dunque, alle transizioni lariane una volta persa palla. Ma sfatiamo pure un mito: la presenza di Cerri impone la massima allerta nella contraerea, però i dati testimoniano come la squadra di Clotet crossi meglio (più di 4 traversoni riusciti a partita contro 2.95), e soprattutto abbia siglato più reti di testa (5) rispetto all’avversaria (4).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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