Calcio

Brescia, che brutta serata: il Frosinone cala il tris e suona un primo allarme

Pesano le assenze in difesa e i ciociari sono superiori in tutto: vistoso passo indietro anche nel gioco
Un contrasto tra Kone e Ndoj a centrocampo -  Foto New Reporter Nicoli- © www.giornaledibrescia.it
Un contrasto tra Kone e Ndoj a centrocampo - Foto New Reporter Nicoli- © www.giornaledibrescia.it
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Di colpo confusi, di colpo infelici. Di colpo assaliti da tanti dubbi, ma con una certezza che ha trovato conferma: così non basta. Il Brescia s’è afflosciato, accartocciato come una torta con gli ingredienti sbagliati e nelle dosi sbagliate. Il Brescia è crollato: schiantato dai colpi di un Frosinone - ribadiamo: sottovalutato, al pari del suo allenatore - che è una gran bellezza e promette moltissimo, ma schiantato anche dai limiti propri oltre che dalle carenze di mercato pagate a caro prezzo. Perché un Brescia così, volutamente verde e corto, non può ritrovarsi di colpo senza due pedine strategiche non sostituibili senza pensare di pagare pegno.

Cos'è mancato

Non è stata tutta colpa della difesa - il Brescia è mancato clamorosamente di squadra -, ma i primi due gol - quelli che hanno ammazzato una partita col tris arrivato solo come un sigillo - sono stati figli di due mancanze difensive: dell’incerto Papetti che al 16’ si fa saltare in testa da Moro mentre anche Lezzerini ci mette un po’ del suo su un colpo di testa centrale, e di un Adorni che sul 2-0 si fa quasi irridere dall’assatanato Caso (che giocatore...) in un uno contro uno nel quale certo non si sarebbe dovuto trovare, ma che gestisce come un debuttante. Il conto alla fine è arrivato: salatissimo e difficile da mettere a bilancio. Lacune e mancanze, anche di personalità: perché non c’è stata traccia, se non per qualche minuto - diciamo una decina forse - in avvio di quella squadra che si propone di dominare e che invece s’è fatta sottomettere senza opporre resistenza dopo essere passata in svantaggio.

Supporto: quello dei tifosi non è mancato nemmeno a Frosinone
Supporto: quello dei tifosi non è mancato nemmeno a Frosinone

Siamo agli inizi, è solo agosto, c’è ancora il mercato che può arrivare in soccorso e mantenere un certo tipo di equilibrio non può essere un vuoto esercizio di stile: ma certo, il tipo di sconfitta, proprio perché siamo agli inizi e c’è ancora un margine per riflettere, non può essere archiviata senza colpo ferire. È stata troppo forte la botta ed è stato preoccupante il passo indietro sotto pressoché tutti i punti di vista, del gioco ma non solo. Compreso quello della produzione sottoporta: il primo tiro verso Turati non è arrivato che al 28’ della ripresa in forma di un colpo di testa di Niemeijer. Ma ormai a babbo morto e a Brescia che non si capiva come si sarebbe potuto riprendere. Fa male pensarlo e ancora di più scriverlo: ma è stato un Brescia inguardabile

Per il Brescia serata no - Foto New Reporter Nicoli - © www.giornaledibrescia.it
Per il Brescia serata no - Foto New Reporter Nicoli - © www.giornaledibrescia.it

Il canovaccio

Al netto di una partenza illusoriamente sbarazzina con tanto di buona palla strozzata in una volée da Ayé, le difficoltà risultano da subito abbastanza assortite. Intanto c’è che il Frosinone pare viaggiare al doppio - se non al triplo - della velocità rispetto al Brescia è già questo non è un dettaglio. Fisicamente le rondinelle sono state nettamente inferiori. Poi la questione tattica con il 4-2-3-1 di Grosso a mettere costantemente le rondinelle in difficoltà creando sempre una situazione di inferiorità numerica che costringono Bisoli e Ndoj a situazioni e straordinari che non consentono loro di tenere il passo facendoli quindi perdere anche in lucidità. Le contromisure non verranno mai trovate dalla panchina pur nel poco a disposizione. E a questo, aggiungiamo un Van de Looi prima preso a turno da Boloca e Garritano che gli impediscono pure di pensare e che poi, ciliegina, dopo 27’ deve lasciare il campo per un infortunio muscolare. E così piove sul bagnato... 

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La cronaca

In mezzo a questo contesto al Frosinone era già capitato di apporre il timbro alla partita bucando Lezzerini (una decina di minuti prima strepitoso su Moro e Garritano) al 16’. Che è anche il momento in cui il Brescia di fatto si ritira dalla contesa non riuscendo mai a cambiare passo, né spartito. Il Brescia non riesce più a distendersi, né a giocare palla a terra. Garritano e Rohdén sono come spine per Mangraviti mentre dall’altra parte, pur opposto al clientaccio Caso, prova a lampeggiare un po’ Karacic. E nel finale di prima frazione c’è un doppio sussulto con un colpo di testa da buona posizione, ma maldestro, di Moreo (lui e gli altri attaccanti vedono il pallone come un miraggio) e una «lisciata» sottoporta sugli sviluppi di un corner di Mangraviti. Poca e casuale roba mentre la pietra tombale sulla partita viene messa dal raddoppio di Caso nel già citato disastro di Adorni in coda a un gigantesco errore di squadra su lancio di Lucioni. Solo qui, tardivamente quindi, Clotet prova a mettere mano a una squadra ormai in balìa di un Frosinone sempre in controllo che si toglie lo sfizio del tris sull’asse dei neo entrati Bocic e Mulattieri (già 4 gol al Brescia). È una disfatta, per fortuna Ciervo manca il poker dentro 6’ di recupero che valgono come un supplizio in una di quelle sere che sono solo nere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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