Calcio

Brescia, c’è l’assenza più pesante: mister Bisoli salta ancora il Rigamonti

L’allenatore fermato dopo il rosso a Salerno: per lui il non invidiabile «record» di due forfait in tre gare
L'allenatore del Brescia Pierpaolo Bisoli - Foto New Reporter Maffia © www.giornaledibrescia.it
L'allenatore del Brescia Pierpaolo Bisoli - Foto New Reporter Maffia © www.giornaledibrescia.it
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Piove sul bagnato. Ma secondo il «meteo» dei regolamenti, era da mettere in conto. Per non dire che era scontato: Pierpaolo Bisoli non sarà in panchina nel pomeriggio di Santo Stefano.

Non potrà guidare il Brescia da bordo campo in una sfida – col Modena – che è delicata in senso assoluto per le rondinelle, dunque per il tecnico stesso, ma anche sul piano particolare perché fino a sei giornate fa sulla panchina dei canarini c’era proprio Bisoli. Il quale con tutta probabilità dunque ha dentro di sé una spinta emotiva ancora maggiore con quel quid in più di adrenalina. Che tuttavia non potrà trasmettere alla squadra. Ed è un bel guaio.

E se al Brescia la vittoria in casa manca dal 30 settembre scorso, Bisolone mancherà nuovamente l’appuntamento col debutto personale da allenatore a Mompiano visto che in occasione della sua prima ufficiale, con la Carrarese, era costretto a stare dove starà anche giovedì: ovvero in una «gabbia» (uno sky box) da dove urlare e soffrire.

Relegato in tribuna

A ogni modo, quello dell’allenatore di Porretta Terme è un piccolo-grande e per nulla invidiabile record quello di due partite su tre, da quando guida le rondinelle, nello scomodo e frustrante ruolo di relegato in tribuna. C’è molto poco da sorridere e soffermarsi sulla curiosità dato il momento. E Bisoli – sanzionato dal giudice sportivo con anche un’ammenda da 3.000 euro – in qualche modo deve recitare il mea culpa.

In certe situazioni sono soprattutto le sfumature e i dettagli a fare la differenze. E se da un lato la teatralità durante le partite e i metodi «alla Novellino» – che consistono nel fare fuoco e fiamme in panchina per trasferire sangue a chi è in campo facendo arrivare scariche nervose – fanno parte di Bisoli, dall’altro il rosso fatale rimediato a Salerno è arrivato a partita finita e dunque senza una vera «finalità» per la quale valesse la pena immolarsi: tutto è infatti da ricondurre a un bisticcio con il team manager avversario Avallone (a sua volta espulso e squalificato) e figlio di un gioco di provocazioni.

Confine

Nelle motivazioni del giudice sportivo si legge che Bisoli «ha rivolto a un dirigente della squadra avversaria espressioni minacciose». Il tutto a portata delle orecchie del quarto ufficiale che ha provveduto a refertare i fatti. Non deve succedere. E nemmeno la società come era ovvio che fosse ha gradito l’accaduto: dare la scossa emotiva sì, farsi saltare i nervi no. Il confine è sempre molto sottile, ma decisivo.

Resta il fatto che di certo quella di Bisoli senior è un’assenza che pesa. Ora come ora, in una fase in cui da allenare c’è soprattutto la personalità e tenere viva la fiammella che può e deve innescare la scintilla giusta, si tratta forse anzi dell’assenza più pesante di tutte.

Dunque, la palla passa in toto alla squadra che si ritrova con un carico di responsabilità in più con il compito anche di vincere l’ostilità ambientale con l’aria che è pesante non solo per Massimo Cellino, ma anche per gli stessi giocatori dai quali ci si aspettano risposte importanti e convincenti. Con o senza Pierpaolo Bisoli in panchina. Oltre al fatto che i compiti si fanno durante la settimana.

Verso il Modena

E l’auspicio è che per giovedì sia stata ben ripassata la lezione sulla solidità difensiva e che sia stato sfogliato, e letto attentamente, il libro sulla fase offensiva. Ovvero quello che è stato volutamente tralasciato per l’appuntamento contro le piuttosto modeste Carrarese e Salernitana. Oggi, anche solo per portare a casa un pari (ma continuare a giocare per portare a casa una X è esercizio assai rischioso) contro una squadra molto in salute e che non conosce sconfitta da quando il posto di Bisoli è stato preso dal tecnico della Primavera Mandelli, servirà aggiungere pezzi al modesto repertorio delle prime due partite del nuovo corso. Adesso inizia anche a essere una questione di classifica: il +3 su i play out, data la sensazione e un trend in picchiata, è manna dal cielo. Ma per continuare a farsi aiutare dal cielo, occore prima di tutto aiutarsi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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