Calcio

Brescia Calcio, tra la sfida politica e la vendita il fronte è doppio

Ore decisive in merito al caso Reggina: pronti altri esposti. E la categoria determinerà scenari societari
Massimo Cellino entra nella sede del Brescia Calcio - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino entra nella sede del Brescia Calcio - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
AA

Il calcio, il piano sportivo, in questo momento è quasi «un dettaglio». La situazione è totalmente congelata e tale resterà fino a che il Brescia non uscirà - o non capirà come uscirà, se in B o effettivamente in C - dal limbo in cui si trova. Su un doppio fronte: che è sia legato alla battaglia ingaggiata, di fatto, contro la Reggina che agli scenari societari.

Con battaglia e scenari che viaggiano a loro volta piani paralleli: dall’esito della prima possono dipendere i secondi. Il Brescia è in vendita anche ufficialmente visto che è stato incaricato un advisor (studio Pirola-Pennuto-Zei) di raccogliere eventuali manifestazioni di interesse. Le condizioni dettate da Cellino, non sono note, ma sono ipotizzabili. E la cosa più ipotizzabile di tutte comunque è che il Brescia è eventualmente più vendibile in B che in C. In gioco insomma c’è davvero tantissimo. E proprio per la posta in palio, con una strategia sempre più aggressiva e in crescendo, il club ha per ora deciso - al costo poi di dover andare in rincorsa sull’aspetto sportivo - di concentrare tutte le proprie energie sulla lotta che è per la riammissione in serie B e, contestualmente, per veder sancito il rispetto delle regole. Il club di via Solferino-Ferramola si sta muovendo su tutti i fronti, sia civilistico (il ricorso in appello contro l’omologa del piano di ristrutturazione del debito della Reggina) che sportivo.

Passaggi

E il nuovo step riguarda la Covisoc alla quale verrà inviato un esposto chiedendo una volta di più controlli rigorosi. In particolare il Brescia «ricorderà» all’organo di vigilanza che il club calabrese, per saldare le pendenze ammontanti a 7 milioni di euro - operazione propedeutica per chiedere l’iscrizione al campionato - non può ricorrere a risorse esterne. Peraltro, i termini per l’iscrizione scadono domani alle 23.59 e non risulta che la Reggina abbia ancora provveduto nemmeno una minima parte di quanto dovuto (stipendi arretrati) mentre si rincorrono invece voci di un imminente passaggio di proprietà in parallelo a quelle di preoccupazione crescente, nella città calabrese, che la squadra possa non essere iscritta: ci si aspettava che le pendenze sarebbero state saldate subito dopo l’omologa del tribunale, ma passata una settimana tutto ancora tace...

La situazione è molto fluida e il Brescia continua con la sua pressione che potrebbe arrivare anche alla Procura Federale. Alla quale il Tribunale Federale, nella sentenza relativa alla penalizzazione di 3 punti rimediata dalla Reggina in aprile, aveva trasmesso gli atti rimandando alle durissime motivazioni - che configuravano un quadro di slealtà sportiva - a sostegno dell’entità della decurtazione dei punti. Il Brescia intende sapere come mai la Procura non ritenne di avviare almeno un indagine. 

Il quadro appare davvero molto complicato e valutando nell’insieme le mosse legali del Brescia, la strategia pare andare nella direzione di individuare perlomeno un concorso di colpa che a più livelli ha portato a sottovalutare (o ignorare fino a che il Brescia non ha alzato il polverone mediatico) il «caso Reggina». Che agita più di una poltrona in più di un ufficio delle istituzioni.

Sono realmente ore febbrili. Ore che, come detto, possono sfociare in sviluppi nell’ambito societario. E che, a ogni modo, come prima cosa non potranno che sfociare - a prescindere dall’esito - in una uscita allo scoperto da parte di Massimo Cellino. 

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato