Brescia, Aglietti sorpreso e deluso: l’esonero arriva con una pec

La catena di eventi che scuotono la tormentata serata di Alfredo Aglietti è compressa in poco meno di mezz’ora. La comunicazione ufficiale dell’esonero avviene attorno alle 20. Nessuna chiamata di «cortesia» da parte di Massimo Cellino, per spiegare quantomeno la ratio di una decisione maturata ad appena tre settimane e mezzo dal primo passaggio di testimone con Pep Clotet.
L’avrebbe gradita, il toscano, che ha invece appreso del suo destino tramite un messaggio di posta elettronica certificata. Nella nota ufficiale, diramata alle 20.29, il Brescia ringrazia l’allenatore «e tutto il suo staff per la disponibilità augurandogli le migliori fortune per il prosieguo della carriera». Convenevoli di rito che non mitigano la delusione per una scelta ai suoi occhi incomprensibile, per tempistiche e motivazioni.
Complicato, oggettivamente, biasimare la profonda amarezza con la quale l’allenatore classe 1970 ha accolto la notizia. Il sipario sulla sua avventura in biancazzurro cala dopo appena due gare e nessuna vittoria (pareggio con il Palermo, ko domenica col Südtirol), ma nemmeno il minimo sindacale in termini di tempo per consentirgli di provare a invertire una rotta che stava assumendo e continua ad assumere, con il trascorrere delle settimane, connotati sempre più preoccupanti. Alfredo Aglietti, de facto, ha diretto una mezza dozzina di allenamenti.
Di mezzo c’è stata una sosta, durante la quale le sue possibilità di operare dei correttivi sono state fortemente limitate dalla manciata di giorni di vacanza accordata a tutta la squadra e dalla sua assenza forzata per la sindrome influenzale che l’ha colpito nei primi giorni di gennaio. Da qui nasce il suo rammarico, caustico e vibrante. Sedotto e abbandonato dal fascino e dalla grandezza della storia del Brescia, Aglietti alla fine saluta in silenzio, pagando per colpe ascrivibili soltanto in maniera marginale a lui e al suo staff tecnico.
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