Brescia, a Benevento è spareggio vero fra le due peggiori del 2023

Le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue. Che è la versione pop del mors tua vita mea. Ovvero ciò che è incredibilmente diventato il Benevento-Brescia che inizia alle 14: una battaglia per la sopravvivenza in serie B. E poco importa se dopo oggi mancheranno 13 partite, ovvero un terzo del campionato, con altri 39 punti da giocarsi.
Nei bassifondi
Inutile girarci intorno: la prospettiva con la quale guardare al rush di primavera, se con un impulso di speranza o con lo spirito preso a pugni dalla rassegnazione, dipenderà dall’appuntamento del «Vigorito», sostanzialmente. Come può non essere così se a sfidarsi sono le due peggiori squadre del 2023 (zero punti zero raccolti dal Brescia, uno quello preso dai sanniti) con gli ospitanti che galleggiano nella melma dei bassifondi dall’inizio della stagione, incapaci di un colpo d’ala e gli ospiti che in 18 partite hanno viaggiato alla media di 0,55 punti a partita? Che hanno segnato tre gol nelle ultime 10 partite? Che hanno vinto l’ultima partita il 27 novembre scorso? E che prima di quest’ultima gioia con la Spala avevano festeggiato i tre punti proprio con il Benevento a metà settembre? Proprio così: in un girone intero, il Brescia ha vinto due sole partite. E quindi, se non oggi contro una pari livello a tutti gli effetti, anche nelle ambizioni deluse e tradite di un campionato magari senza gloria, ma certo senza patemi, se non oggi - dicevamo - quando?
La situazione
Il concetto è proprio questo: tornare a mani vuote oggi da Benevento, non sarebbe tanto letale per la classifica (sebbene si corra anche il rischio, nel caso di un nuovo viaggio a secco, di vedersi ultimi), quanto per il morale: è il trend insomma a condannare il Brescia e tutti coloro che ce l’hanno nel cuore e nell’anima a vivere i 90 minuti odierni in modalità ultima spiaggia. Solo se si riuscirà perlomeno a smuoversi nella rabbia, a ristrutturarsi davvero nell’atteggiamento, a sloccarsi davanti e - principalmente - a scrollare la classifica, allora tutto quel che verrà dopo potrà tornare ad avere una forma e un senso. Non è questione di essere disfattisti: è solo, purtroppo, la realtà dipinta dai freddi numeri e dal gelo che il Brescia ha fin qui emanato. Ma c’è di bello che nello sport non è mai finita finché non è finita ed essere realisti non equivale comunque ad aver già tirato i remi in barca.
Salvagente
A cosa aggrapparsi? Alla freschezza che nonostante la delusione dell’esordio con sconfitta con il Modena, è rimasta nell’aria di Torbole Casaglia: Davide Possanzini, meritorio nella sua opera di sdrammatizzazione ma anche nel suo lavoro teso a incidere anche calcisticamente e non solo moralmente, crede nella squadra e la squadra questo lo avverte. Sul campo, è stata una buona settimana dal punto di vista dell’atteggiamento e dell’intensità. Ha deciso di rendersi partecipe della quotidianità del gruppo anche Massimo Cellino e peraltro, per comprendere, quale sia il peso che viene attribuito alla gara odierna, è sufficiente registrare che il contestatissimo presidente del Brescia (la Nord gli ha ribadito l’invito ad andarsene via striscione esposto fuori dalla sede nelle scorse ore) ha preso parte alla trasferta. Era già successo e quindi non è questa la notizia: la notizia è che Cellino ieri ha volato nonostante fosse venerdì 17. E dato che definirlo scaramantico è riduttivo, questo la dice lunga... Annotazione a parte, in attesa di capire a quali conclusioni porterà questo presenzialismo (Cellino è in semplice fase di studio dell’organizzazione attorno alla squadra? O pensa di poter essere lui il collante? Con Possanzini riusciranno a mantenersi alla giusta distanza, ché un rapporto troppo diretto è sempre troppo rischioso), c’è un oggi che trasformarsi in altri appelli non ammette altre lacrime.
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