Aglietti in missione qualità per il Brescia tra Galazzi e Olzer

Serviva uno strappo. E Alfredo Aglietti l’ha dato, metaforicamente, all’abito tattico sfiancato e sgualcito che ha ereditato da Clotet a dicembre. La traccia è stata chiara sin da subito: «Questa squadra non ha esterni», aveva fatto notare il tecnico a pochissime ore dal suo insediamento. Detto, fatto: dopo lo schieramento «ibrido» contro il Palermo, il vero cambio d’abito del Brescia prenderà forma a Bolzano contro Südtirol.
Niente più «fianchi larghi» (leggasi 4-4-2 0 4-3-3), ma un colletto a «V» che esalti le qualità dei giocatori offensivi: al Druso è infatti previsto il ritorno del trequartista alle spalle delle due punte. Ovvero il ritorno all’idea di inizio stagione e al «modulo aziendale». Le prove sul campo - ma anche i nomi in rosa- suggeriscono che il cerchio sia ristretto a due nomi: Nicolas Galazzi e Giacomo Olzer.
Nel test contro il Rovato Aglietti ha suddiviso equamente il minutaggio, schierando l’ex Triestina nel primo tempo e sostituendolo all’intervallo con il trentino. Domenica ci sarà spazio (dall’inizio) per uno soltanto dei due, e «Gala» da quel che si percepisce è in vantaggio. Sarebbe una bella investitura per Nicolas, che contro il Palermo ha siglato il suo secondo gol stagionale, interrompendo un digiuno che durava da settembre. Quello fu il periodo più alto della sua esperienza bresciana, prima d’imboccare una sinusoide fatta più di panchine e subentri che di occasioni dall’inizio.
I punti di contatto con il percorso di Olzer sono molteplici: pure Giacomo ha avuto il vento in poppa tra ottobre e novembre, periodo nel quale ha messo a referto anche due reti (le stesse di Galazzi), tornando poi dietro le quinte per via di un infortunio. È questa la variabile che li distingue in maniera più netta: Nicolas ha un’integrità fisica che si riflette in un minutaggio in campionato (709’) superiore di quasi il doppio a quello dell’ex milanista (412’), che in stagione ha già sostato ai box per due volte.
Oggi, però, sono a disposizione entrambi, e dunque la scelta va presa in funzione esclusivamente delle loro caratteristiche: Galazzi ha una vocazione più da rifinitore (3 i suoi assist, 0 quelli di Olzer), e non a caso supera il compagno nel dato sui passaggi chiave (1.36 di media a partita contro 0.60, fonte Kama sport), mentre Giacomo sembra più disinvolto nelle capitalizzazioni, ha segnato gli stessi gol in quasi 300’ in meno, vanta una miglior percentuale realizzativa (22.22% sul totale dei tiri effettuati, Nicolas è «fermo» a poco più del 18%) e conclude mediamente di più (1.80 volte a gara a fronte dell’1.25 del pavese). La curiosità di vederli all’opera abbonda.
Galazzi è quasi un adattato da trait d’union: alla Triestina faceva l’esterno, ruolo nel quale è stato riproposto (oltre che da mezzala) a Brescia, ma ha le qualità per essere caustico tra le linee per quanto il suo ruolo ideale sia ancora tutto da capire essendo un giocatore «in costruzione». Olzer è invece più centrato in quella zona di campo - quella di agire dietro le punte è la sua vocazione naturale -, ma in stagione lo si è visto più da esterno di 4-4-2 o occasionalmente da esterno in un 4-3-3 che da raccordo. Ora, anche per lui, il registro può cambiare. E, soprattutto, ha bisogno di cambiare, qualitativamente, il registro degli ultimi passaggi in un Brescia faticoso e affaticato in zona gol.
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