Basket

Virtus Bologna, dopo Scariolo anche il mental coach è bresciano

Nuova avventura professionale per il settantenne Fabio Fossati, ex giocatore e allenatore di basket
Il bresciano Fabio Fossati - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Fabio Fossati - © www.giornaledibrescia.it
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Parla sempre più bresciano la Virtus Bologna. Per i campioni d’Italia di coach Sergio Scariolo, dopo la conferma di Abass, l’inserimento di Andrea Diana nello staff tecnico come assistente allenatore e la firma di Marco Ceron, è arrivato il momento anche per Fabio Fossati di approdare alla corte del patròn Zanetti. Dopo le tante esperienze all’estero (ha allenato in Svizzera, Camerun, Ungheria e Bangladesh), ecco finalmente l’atteso ritorno in Italia. Con un ruolo diverso da quello che fu nella sua ultima esperienza da capo allenatore del Napoli femminile dopo i successi europei con Schio: sarà mental coach, anche se a lui questa definizione non piace.

Fossati non vede l’ora di iniziare questa esperienza e raggiungere la «colonia bresciana». Una situazione che si è sviluppata in pochissimo tempo: «Prima che Sergio Scariolo partisse per Tokyo con la Spagna, mi ha chiamato per chiedermi la disponibilità a lavorare nel suo staff. Avevo già impegni programmati, ma non ho esitato un attimo a dire sì: non me l’aspettavo sinceramente...». Inizia quindi una nuova sfida per l’ex giocatore e allenatore bresciano che, all’alba dei 70 anni appena compiuti, è pronto a ripartire: «Sarò presente al raduno, nella fase di preparazione atletica e durante il ritiro a Folgaria. Una volta terminata questa parentesi, con ogni probabilità farò un paio di interventi settimanali. Ma vedremo poi con lo staff».

Un ruolo abbastanza nuovo per lo sport italiano in generale, un'esperienza suggestiva e intrigante: «Sicuramente, in questo momento, figure come la mia, stanno avendo grande risonanza. Grazie a Jacobs che dopo il suo trionfo ha fatto riferimento alla sua mental coach». Una definizione che però a Fabio non piace molto: «Perché può portare ad equivoci. Preferisco il termine allenatore che lavora da un punto di vista diverso: c’è chi lo fa a livello fisico e chi lo fa a livello mentale».

Un percorso che nasce dalla delusione cocente con la Nazionale camerunense: «Non poter fare il torneo preolimpico ad Ankara a causa del no del presidente, mi ha fatto cambiare tiro. La chiamata di Scariolo mi gratifica e mi stimola. Con lui non ho mai avuto collaborazioni professionali, sono passati tanti anni da quando ci siamo incrociati all’Eib, ma ricordo ancora un aneddoto bellissimo. L’ultima partita di campionato che giocammo con la PintInox in casa, già retrocessi, Sergio faceva parte del settore giovanile e mi chiese come mai c’era tutta quella gente a vedere la partita nonostante la retrocessione acquisita. La risposta fu che quello era un atto d’amore del pubblico bresciano». Ora, quello di Scariolo per Fossati è un vero atto di stima.

 

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