«Eroici, a prescindere»: la carica dei tifosi della Germani a Bologna
La storia chiama, e Brescia risponde. Alla prima finale scudetto della sua storia, la Germani non è sola. C’è una città che la accompagna, che si stringe, che si fa voce e battito. Nel settore ospiti — ovviamente esaurito — il muro biancoblù canta per 40 minuti senza mai fermarsi. Incoraggia, soffre, ci crede. Fino all’ultima sirena.
Sensazioni
Anche quando ad esultare sono i tifosi avversari. La delusione è vera, profonda. Ma non è amara. È quella che si prova quando hai dato tutto, quando sai di aver combattuto fino in fondo. Negli occhi dei tifosi c’è stanchezza, sì. Ma anche un orgoglio fiero. «Eroici, a prescindere», dice qualcuno. Altri restano in silenzio, scuotendo la testa.
Preoccupazione

L’infortunio di Momo Ndour pesa come un macigno nei pensieri di tutti. «La partita è cambiata quando è uscito lui», ripetono i più dirigendosi verso l’uscita. «Peccato, speriamo non sia grave», aggiunge un altro. E poi, ancora: «Con Ndour in campo, questa non la perdi». Ma tra tutte le parole, ce n’è una che torna. Sempre: anima. Quella che questa squadra ha mostrato ogni secondo sul parquet. Quella che il pubblico riconosce, applaude, protegge. «Ci vediamo sabato», dicono in tanti, con lo sguardo già rivolto a gara-2. Perché sì, Bologna è forte. Ma Brescia lo è abbastanza per crederci. Per lottare. Per sognare. Fino alla fine.
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