Ivanovic sorride e si gode Brescia: «La Germani? Posto stupendo»
«L’altro giorno, in auto, Miro Bilan mi ha confessato che si aspettava che fossi una persona pigra. Un po’ come tutti i montenegrini, stando ai pregiudizi sui miei connazionali. Ha aggiunto che si è dovuto ricredere. Gli ho risposto che in realtà sono veramente pigro in tutto, fuorché nella pallacanestro». Nikola Ivanovic, per tutti Johnny, non ha maschere. Si racconta senza problemi, e lo ha fatto anche ieri, negli studi di Teletutto, ospite della tradizionale puntata di Basket Time (che potete rivedere in cover a questo articolo).
Il play è reduce da un doppio impegno alle qualificazioni a Eurobasket 2025: per la Nazionale giallorossa è maturata una doppia vittoria - che vale la qualificazione virtuale - contro la Bulgaria. Questa potrebbe essere una delle sue ultime esperienze con la rappresentativa del suo Paese.
«Sono vecchio - sorride l’esterno, che in realtà ha solo 30 anni -. Praticamente non ho un’estate libera da tantissimo tempo. Giocare per il Montenegro è molto bello, ma rappresenta pure una grande responsabilità. Siamo un Paese molto piccolo. I giocatori sono pochi. A volte è difficile pure saltare una convocazione per infortunio. In tanti non credono che tu ti sia veramente fatto male. E la gente, spesso, dimentica in fretta le tue prestazioni precedenti. Ti giudica solo per l’ultima partita che hai disputato. Insomma, c’è un livello di pressione piuttosto alto».
Per quanto concerne la qualità della pallacanestro giocata, il punto più alto della carriera di Ivanovic è stato il passaggio alla Stella Rossa, squadra serba con la quale ha giocato anche l’Eurolega (è rimasto a Belgrado dal 2021 al 2023). «Sono orgoglioso di quell’esperienza - ricorda -. Non era facile entrare in ritmo. Venivo impiegato con poca costanza, capitava di giocare bene una partita e poi di non scendere in campo per le successive tre. Se mi chiedete se avrei potuto fare di più in carriera rispondo che non lo so. Anzi che, direttamente, evito di chiedermelo. Per rispondere potrei aver bisogno di un mental coach. Scherzi a parte, sono contento del mio percorso fin qui».
In campo
Adesso arriva la partita delle partite. Dopodomani, domenica, alle 18.15, al PalaLeonessa, c’è la Virtus Bologna (ieri ko a Parigi, in Eurolega). «È una squadra fisica - sottolinea Nikola -. Sanno difendere molto bene. Soprattutto i playmaker Pajola e Hackett hanno grandi doti nella metà campo senza palla. Noi, si sa, siamo in un ottimo momento. Abbiamo vinto quasi tutte le partite disputate in trasferta. Ma questa gara ha un coefficiente di difficoltà massimo. La vedo più dura di quella che abbiamo perso di soli tre punti contro l’Olimpia Milano».
Sette giorni prima l’ospite di Basket Time era stato Miro Bilan, che aveva affermato di apprezzare particolarmente l’ambiente Germani, tanto da desiderare di restare a Brescia altri sei anni. Ivanovic non la pensa molto diversamente. «Non mi è mai capitato in carriera - sostiene il giocatore -. Mi trovo benissimo con i compagni di squadra, coach Poeta, tutto lo staff, compreso quello fisioterapico, e con la società».
Ivanovic è di casa a Gussago. «Quando ho finito di allenarmi non faccio molto - racconta -. Gioco con mio figlio. Tra qualche tempo arriverà anche una sorellina». Vita semplice, zero grilli per la testa. Ma in campo è una furia. Ha iniziato la stagione in modo clamoroso. Ha firmato un accordo di un anno più un anno con possibilità di uscita per entrambe le parti. Oggi come oggi, il club sarebbe autolesionista se pensasse di volerne fare a meno. Johnny, dal canto proprio, ha già imbucato la propria lettera d’amore alla Germani.
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